The Blaster - Hard Line (1985)

Hard Line è un disco unico nella storia dei Blasters, e non solo. E' anche un passo verso un futuro che, purtroppo, è rimasto incompiuto e in questo ha tutto una sua identità all american di promesse non mantenute, strade perse e identità sfuggenti. Il capolavoro dei Blasters li proiettava infatti verso una forma musicale dallo spettro più ampio e sensibile rispetto al rock'n'roll e al rhythm and blues al fulmicotone degli esordi: il gospel di cui è intessuto Hard Line era soltanto la sfumatura più evidente (ricordava il produttore, Jeff Eyrich, che i Jordanaires, già con Elvis, si erano presentati in studio in completo con giacca e cravatta di cuoio per onorare l'occasione, e i fratelli Alvin non furono da meno), ma è il DNA dei Creedence a emergere. Sia da un punto di vista musicale (e basta Dark Night) sia da quello della consapevolezza, visto che Hard Line, come insegna il titolo, è stato uno dei pochi, convincenti segnali di resistenza umana e rock'n'roll negli anni della bolla reaganiana. Rimane lo zenith dei Blasters e un caposaldo della riscoperta dell'american music, ma è anche una fonte di rimpianti visto che tutto è finito lì. Soltanto King Of California di Dave Alvin è stato all'altezza di Hard Line, poi saranno gli amici e colleghi Los Lobos a esplorare con più convinzione e maggiori risultati le comuni intuizioni all'origine (e verrà Kiko, altro disco che sull'isola deserta non può mancare), così come John Mellencamp, coautore e produttore di Colored Lights (grande canzone) e sua volta in prima linea con il coetaneo Scarecrow.  (Mia valutazione:  Buono)

(Marco Denti)

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