The Who - Quadrophenia (1973)

Poco apprezzato all'epoca e amatissimo dalle generazioni successive, Quadrophenia è uno sguardo retrospettivo sul mondo dei mods e sulla gioventù londinese degli anni sessanta che era cresciuta in simbiosi con la band. Protagonista è il giovane Jimmy Cooper, che attraverso le sofferenze e le frustrazioni adolescenziali arriverà ad affrontare nell'epilogo finale la decisione se crescere definitivamente superando l'illusione dell'eterna giovinezza o morire. Diverso dal suono barocco e pomposo di Tommy, Quadrophenia si consacra per il tipico ed esplosivo rock'n roll targato Who, ovvero una miscela micidiale fatta da un drumming istintivo "a doppia cassa", da un basso granitico che piuttosto di tenere il ritmo esegue assoli, da una chitarra che sputa rasoiate ed una voce roca che offende. Dal suggestivo brano d'apertura I Am the Sea, seguendo per le potenti The Real Me, The punk and the Godfather, alle malinconiche ballate Sea and the Sand, I Am the One, fino alla struggente Love Reign O'er Me, leit motiv dell'intera opera, l'album contiene alcune tra le cose migliori che il rock abbia mai realizzato, dimostrando a distanza di quarant'anni la sua totale attualità. Metafora universale sulla perdita della giovinezza, l'opera fù in realtà un chiaro richiamo che Townshend tentò di rivolgere agli altri membri del gruppo e ai fans, a fare i conti con il cambiamento per non rimanere imprigionati in un passato che non esisteva più. Paradossalmente, se attraverso il dolore e la sofferenza il protagonista Jimmy alla fine riuscirà a purificarsi ed a cambiare, così non avvenne per gli Who che continuarono a navigare a vista tra litigi ed eccessi fino alla tragica morte di Keith Moon nel 1978.  (Mia valutazione:  Distinto)


(Gianluca Serra)

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