So Many Roads - John Mayall feat. Peter Green (1969)

Piegare il vecchio blues senza spezzarlo, a dispetto di quel nome, «Bluesbreakers». Ciò che si spezza, nella prima metà degli anni sessanta, è il cuore degli amanti della musica nera, rivisitata però con sensibilità bianca. Nasce il British blues, il blues bianco. Nasce a Londra e dintorni, compare magro come un'acciuga ma diventa presto un rotondo pallone che rotola per le vie del mondo. Tra i padri, Alexis Korner, Eric Clapton e John Mayall. È quest'ultimo a guidare i Bluesbreakers con la sua voce stridula e il suo amour fou per blues e jazz, stili che aveva mandato a memoria nella giovinezza, quando imparava i rudimenti della chitarra e del pianoforte dai dischi di J.B. Lenoir.
Nato a Macclesfield e cresciuto a Manchester, Mayall è stato uno dei pochi artisti di quel giro bravo e fortunato del blues britannico che ha saputo crescere senza fossilizzarsi, ma anche senza tradire il passato e la sua missione. Dedicato a tutti coloro che a un sintetizzatore ancora preferiscono il suono puro di una chitarra. E qui, in So Many Roads, è con un'altra leggenda, Peter Green, fondatore dei Fleetwood Mac e antico sodale di Mayall.

(M. Cotto - da Rock Therapy)

 

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