Robert Plant - The Principle Of Moments (1983)
Plant in verità non era così propenso ad una carriera solista, perchè il suo obiettivo era un altro: secondo molte fonti, era sul punto di diventare un educatore steineriano quando un suo caro amico, Phil Collins, gli propose una collaborazione. Di questa collaborazione non se ne fece nulla, ma in Plant si riattivò il furore musicale, iniziando così una prestigiosa, variegata e qualitativamente interessante carriera da solista e, più avanti, da band leader. Il primo disco fu Pictures At Eleven, del 1982, prodotto dallo stesso Plant, ad aiutarlo in studio Phil Collins alla batteria, l'ex-Rainbow Cozy Powell e alla chitarra Robbie Blunt, che gli sarà vicino nei suoi primi lavori da solo e sarà co-autore di molti brani. Il titolo si riferisce ad una frase ricorrente nei notiziari televisivi statunitensi, usata dopo un breve annuncio di una notizia interessante che sarebbe stata trasmessa più tardi durante il notiziario delle 23:00 di una stazione. Il disco, visto il passato del personaggio, vende benissimo e Plant si ritrova di nuovo sulla cresta dell'onda. Che lo porta alla seconda, convincente, prova.
La stupenda foto di copertina è opera del mitico Storm Thorgenson, e il titolo stavolta è un richiamo ai teoremi del momento meccanico della fisica. The Principle Of Moments esce nel 1983 ed è più vario e sorprendente del precedente. Anche stavolta lo aiutano il fido Blunt, Paul Martinez al basso, Phil Collins che suona la batteria in 5 brani e anche Barriemore Barlow ex Jethro Tull in altri brani, e alle tastiere e alla programmazione della drum machine Jezz Woodroffe. Sebbene non sia stato pubblicato ufficialmente come singolo, il brano d'apertura Other Arms ha raggiunto il primo posto nella classifica Mainstream Rock di Billboard. Musicalmente, il brano prosegue lo stile di Pictures at Eleven, melodico e con un forte ritornello e cori. In the Mood, il brano ufficiale come singolo, segna il punto in cui l'album inizia a distinguersi: il ritmo melodico di Plant è quasi come un rap dagli occhi azzurri, el o fece arrivare nella Top 40 delle classifiche pop. Jezz Woodroffe brilla al meglio nella ballata Through With The Two Step, dove la voce melodica di Plant, nelle strofe, trasuda di malinconica dolcezza, accompagnata dal valzer delle tastiere vaporose di Woodroffe, in contrasto con l'eccellente assolo di Blunt più avanti nel brano. Horizontal Departure è un brano rock molto allegro e divertente, intriso di sensualità, sensazione ben chiara a tutti i fan della sua voce e uno dei motivi per cui i Led Zeppelin erano così sensazionali. Il più grande successo dell'album è Big Log, brano conclusivo. Riflessivo e cupo, questo è un brano maturo sotto ogni aspetto, musicalmente, liricamente e dal punto di vista della produzione, con il meglio delle tecniche per il synth dell'epoca, ma è anche la canzone vetrina per Robbie Blunt, uno dei grandi chitarristi rock dimenticati, il cui fraseggio latino ingegnoso lascia il segno più indelebile in questa composizione davvero unica. The Principle of Moments include un trio di brani sperimentali. Messin' With The Mekon inizia con un riff quasi alla Jimmy Page prima di cedere il passo a un groove caraibico; Wreckless Love contiene un mix di tessiture elettroniche e mediorientali e altri arrangiamenti altamente sperimentali che si fondono solo grazie alla potente melodia di Plant. Il brano vede Barriemore Barlow alla batteria, così come Stranger Here…Then Oven There, altro brano sperimentale con alcune brillanti strofe vocali, con influenze reggae.
Il disco fu un nuovo successo: disco di platino negli Stati Uniti, in testa alle classifiche di molti paesi, l'ennesima dimostrazione dell'affetto per una delle voci più grandi della musica rock: non solo per la sua vocalità strabiliante, sexy, inimitabile, ma anche per un autore che ha rivoluzionato le tematiche del rock aprendole al mito, all'esoterismo, al misticismo. Un gigante, non c'è che dire, dalla voce emozionante come poche.

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