Robert Plant - Saving Grace (2025)
di Gianfranco Marmoro
Per la cronaca, "Saving Grace" è il nuovo album di una delle figure leggendarie della musica rock: Robert Plant, nonché il definitivo battesimo della band con la quale il musicista ha vagato prima tra i piccoli locali inglesi e poi nei teatri europei (qui il report della data di Roma). Per i più solerti e attenti, il ritorno in scena dell'ex Led Zeppelin è l'ennesima conferma di una sensibilità artistica e di una molteplicità creativa spesso oscurate da un fin troppo ingombrante passato.
"Saving Grace" non è l'ennesimo capitolo da archiviare sotto la denominazione di collaborazione, ma il risultato di una rinascita che è stata a lungo elaborata, un vero e proprio laboratorio musicale che Robert Plant ha condiviso con Oli Jefferson (percussioni), Tony Kelsey (mandolino, chitarra acustica), Matt Worley (banjo, chitarra acustica e baritono, cuatro), Barney Morse-Brown (violoncello) e l'eccellente vocalist Suzi Dian (moglie del batterista Oli Jefferson), artisti conosciuti a un concerto della Incredible String Band.
Non è una novità per Robert Plant confrontarsi con voci femminili, anche se Suzi Dian proviene da un background musicale diverso da quello di Alison Krauss e Patty Griffin (oltre a essere la prima voce inglese con la quale si confronta), ed è questa la vera sfida che l'ex-Led Zeppelin affronta con uno spirito avventuroso, ma soprattutto con spontaneità e profonda passione per la musica come forma d'arte, al punto da lasciare spesso il ruolo di vocalist agli altri elementi maschili della band, ma soprattutto modificando il registro vocale su tonalità più armoniche.
L'esperienza con i Saving Grace è per Plant qualcosa di nuovo e stimolante, al punto che avrebbe voluto evitare di mettere il proprio nome in copertina, scelta poi abbandonata per offrire maggior risalto al disco. Anche l'aver voluto puntare su un repertorio basato su brani altrui o appartenenti alla tradizione folk e country è un ulteriore segnale di una completa sinergia con i restanti membri dei Saving Grace.
Noto nella versione di Donovan (con il titolo di "Hey Gip"), il primo brano dell'album, "Chevrolet", è un blues del 1930 scritto da Kansas Joe McCoy e Memphis Minnie, quest'ultima una delle primissime autrici blues che Plant aveva già rispolverato con i Led Zeppelin. Con il classico del folk inglese, "As I Roved Out", le strategie sonore dell'album diventano più evidenti ed entusiasmanti: ispirato anche dalla versione di Sam Amidon, l'arrangiamento è un vibrante connubio tra American roots e tradizione britannica, le percussioni spazzolate eppur marziali nel loro incedere e il suono cupo delle chitarre, che sposa oscure trame di drone music, offrono una versione quasi desert-blues dai potenti richiami alla musica mediorientale (insomma, è sempre tempo di "Kashmir").
L'angelica voce di Suzi Dian è al centro della pagine più delicate dell'album, ovvero "It's a Beautiful Day Today" dei Moby Grape e la pregevole "Ticket Taker" dei Low Anthem, ma è nel quasi gospel-country di "I Never Will Marry" che la magia del progetto Saving Grace trova la propria apoteosi: il suono della chitarra elettrica proietta la tradizione nel futuro, evocando i Low, sì proprio il mitico gruppo di Duluth che Plant e soci omaggiano con una versione psichedelica di "Everybody's Song", eguagliandone la potenza dell'originale.
La nuova band di Robert Plant è forse la più informale e potente che il musicista abbia assemblato dai tempi dei Led Zeppelin. Un gruppo di artisti notevoli che, pur prediligendo toni pastorali, si dimostra abile nel rendere incendiaria e ricca di tensione la rilettura di "Soul Of A Man" di Blind Willie Johnson (alla voce Worley), di regalare brio e dinamismo alla vezzosa "Higher Rock" e di far grondare di passione "Too Far From You" di Sarah Siskind.
Da abile maestro cerimoniere, Plant ha scelto di affidare la chiusura all'intensa "Gospel Tough", uno dei brani più acclamati nelle esibizioni live, uno splendido roots-country-blues già presente nel repertorio di Bob Dylan che la band trasforma in un momento di pura trascendenza e misticismo.
Smessi definitivamente i panni di rocker da stadio e sempre più svincolato dal ruolo di primo attore, Robert Plant ha trovato nei Saving Grace l'ensemble perfetto per una nuova eccitante avventura, e questo è un primo passo verso nuova gloria.

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