Me and Bobby McGee - Janis Joplin (1971)
Che strana, la vita. La piu grande cantante rock dei suoi anni, e per me una delle più grandi di sempre, che raggiunge una sola volta il primo posto delle classifiche dei singoli, e solo dopo morta. Non solo: lo fa con una canzone molto bella, ma molto country (genere con il quale Janis aveva avuto a che fare in gioventù, ma che non aveva mai cantato) di Kris Kristofferson, ottimo artista, autore e attore. In realtà, la versione di Janis è country solo nella base e nella strumentazione ma non nell'attitudine, perché Janis arricchisce il viaggio dell'io narrante con nuances rock e un incredibile pathos che allontana Me and Bobby McGee dall'oleografia quasi nashvilliana dell'originale.
La storia è bellissima: L'io narrante rievoca un viaggio in autostop con Bobby (che nella versione di Kristofferson era una donna), con lui che canta il suo blues, lei che suona l'armonica e il tergicristallo che scandisce il tempo. E un viaggio dove i protagonisti non hanno niente da perdere («Freedom is just another word for nothin' left to lose») e tutto da guadagnare: la purezza di un viaggio senz'altro prezzo da pagare se non l'incertezza del domani. Un viaggio che potrebbe condurti ovunque, ma anche in nessun luogo, perché, come diceva Kerouac, l'importante è andare, non importa dove. Janis canta da Dio (e fin qui, niente di strano), ma la fine prematura (arrivata a 27 anni, con annessa iscrizione al famigerato e macabro Club dei 27) aggiunge nuove sfumature al testo: quando Janis canta "But, I'd trade all of my tomorrows, for a single yesterday / To be holdin' Bobby's body next to mine" ("Ma baratterei tutti i miei domani per un singolo ieri / quando stringevo il corpo di Bobby al mio"), Janis canta la sua vita: aveva cercato il successo convinta che questo avrebbe significato amore accettazione da parte della gente.
La storia è bellissima: L'io narrante rievoca un viaggio in autostop con Bobby (che nella versione di Kristofferson era una donna), con lui che canta il suo blues, lei che suona l'armonica e il tergicristallo che scandisce il tempo. E un viaggio dove i protagonisti non hanno niente da perdere («Freedom is just another word for nothin' left to lose») e tutto da guadagnare: la purezza di un viaggio senz'altro prezzo da pagare se non l'incertezza del domani. Un viaggio che potrebbe condurti ovunque, ma anche in nessun luogo, perché, come diceva Kerouac, l'importante è andare, non importa dove. Janis canta da Dio (e fin qui, niente di strano), ma la fine prematura (arrivata a 27 anni, con annessa iscrizione al famigerato e macabro Club dei 27) aggiunge nuove sfumature al testo: quando Janis canta "But, I'd trade all of my tomorrows, for a single yesterday / To be holdin' Bobby's body next to mine" ("Ma baratterei tutti i miei domani per un singolo ieri / quando stringevo il corpo di Bobby al mio"), Janis canta la sua vita: aveva cercato il successo convinta che questo avrebbe significato amore accettazione da parte della gente.
Commenti