Joe Henry - Invisible Hour (2014)
di Fabio Cerbone Lungo viaggio attraverso le parole e l'anima di Joe Henry, Invisible Hour è quello che si potrebbe facilmente definire il personale stream of consciusness del folksinger americano, insomma quel famigerato "flusso di coscienza" che dal padre James Joyce a Van Morrison si è spesso trasposto anche nella musica popolare, con risultati "astrali". L'idea non è forzata, a patto certo di distinguere linguaggi e stili, che nel caso di Henry significano una forma di ballata elegante e scarna al tempo stesso, una perfezione quasi formale raggiunta dal suo modo di cantare, mai troppo lodato eppure riconoscibilissimo, e di raccontare i versi, tra schegge acustiche e delicate decorazioni degli strumenti a fiato. Divenuto un po' esteta di se stesso, questo va detto, l'artista di Pasadena - dove per quattro giorni alla fine di luglio del 2013 è stato inciso il nuovo ciclo di brani - rivendica la particolarità di Invisible Hour, un album assai in