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Listening (Honor Song) - John Trudell (1983)

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John Trudel, indiano Sioux santee del Nebraka, ha alle spalle un sentiero di violenze e dolori. Portavoce dei diritti civili della sua gente, segretario dell'American Indian Movement dal 1973 al 1979, è stato costretto a subire per la sua militanza ingiustizie e follie, culminate in tragedia. Il 2 febbraio 1979, dodici ore dopo aver bruciato una bandiera americana davanti al quartier generale dell'Fbi a Washington, un incendio rade al suolo la sua abitazione, nella riserva indiana di Shosone Paiute, in Nevada. Perdono la vita la moglie, i tre figli, la suocera. L'Fbi rifiuta di investigare, l'incendio viene archiviato immediatamente come «incidente di natura accidentale». Da quel momento la vita di Trudell è sconvolta. Troverà la forza di continuare dopo l'incontro con Jackson Browne, che lo convince a mettere in musica le sue denunce. Tra poesia metropolitana, rock e tradizione, con un fraseggio che a tratti ricorda il miglior Lou Reed, e che si è arrestato troppo ...

Franti - Il Giardino Delle Quindici Pietre (1986)

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Nel cartone della soffitta il disco di oggi è quello più emozionante. Lo è per la rarità, per la qualità, per la storia che lo accompagna. Quando ho detto a mio papà che avevo ritrovato questo disco, sebbene con piccole macchie di umidità sulla copertina, si è emozionato un po’. Fu un regalo di una persona che lavorava alla Lega Coop in Piemonte, che volle regalargli questo disco dato che conosceva la storia di questa formazione e li andava a sentire quando suonavano nei centri sociali. La storia di questa formazione è in un modo del tutto particolare, unica e irripetibile e ha segnato una parte non così piccola del rock italiano, nonostante siano oggi, ahimè, sconosciuti. Tutto comincia a Torino, seconda metà anni ’70. Un gruppo di compagni di scuola, Stefano Giaccone al sax, Massimo D'Ambrosio al basso, Marco Ciari alla batteria e Vanni Picciuolo alla chitarra, con le incursioni vocali di Lux, cantante dei Deafear, formano un gruppo, la Guerrilla’s Band, che dopo tanta gavetta si...

AA. VV. - Picnic-A Breath Of Fresh Air (1969)

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La EMI fonda nel 1969 una sussidiaria, la Harvest, sulla scia di altre case discografiche, per intercettare le nuove sonorità, in un periodo, la fine degli anni '60, straordinariamente fertile dal punto di vista creativo. Per questo motivo pensa ad una compilation vetrina di alcuni artisti sotto contratto con la casa madre, affiancati da giovani promesse. Ne esce così un mix musicale intrigante e qualitativamente notevole del panorama musicale britannico. Tra l'altro il disco, un doppio, fu concepito e prodotto per costare pochissimo, per essere venduto nei negozi a 1,5 sterline. Ha delle particolarità: in primis la copertina, opera dei mitici creativi della Hipgnosis, che come tutte quelle agostane della rubrica presenta una spiaggia, in questo caso della Normandia. Un gruppo di uomini ha una maschera antigas. L'interno è ancora più suggestivo, in bianco e nero, dove gli uomini camminano sulla battigia e nel cielo si notano le copertine dei dischi da cui i brani sono presi...

U2 - The Joshua Tree (1987)

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di Silvano Bottaro La consacrazione di una band divenuta un vero fenomeno sociale. Con la supervisione di Daniel Lanois e il solito Eno, gli U2 vengono ripuliti da una vitalità artistica troppo grezza. In The Joshua Tree risiede tutto lo scibile del rock e del pop. Bono e compagnia sono meno inquietanti e più scaltri nelle scelte tra energia e lirismo melodico. Un'opera cruciale che si distingue immediatamente in mezzo a venti di novità e cambiamenti, per la smania creativa che pervade questi brani esaltandone il lato più melodico. E' un fluire inarrestabile di sensazioni tra suoni energici, schemi corposi, riff sinuosi. The Joshua Tree invade il mondo, fa rivivere antiche gesta e soprattutto la magia del grande rock torna ad esaltare gli amplificatori. Un evento magico, maturato proprio lì, a Joshua Tree, dove in mezzo a una delle zone più desertiche un arbusto è diventato un albero secolare. Dopo questo album la musica della band irlandese assumerà un carattere di uni...

Phish - Fuego (2014)

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di Giacomo Baroni Dai campus delle università ai palchi di tutto il Nord America sull’onda del passaparola di milioni di fedeli seguaci, i Phish sono diventati a metà degli anni ’90 una delle jam band più note e amate degli Stati Uniti. Sostanze nel calderone: improvvisazioni pantagrueliche, straordinaria complicità con il pubblico e la garanzia di offrire sempre un evento unico. I loro concerti di Halloween sono una tradizione attesissima dai fan. I Phish indossano un “costume musicale”, calandosi nei panni di un gruppo storico e interpretandone un album per intero. Nel 2013 ad Atlantic City, i quattro hanno invece deciso di fare uno scherzetto da vigilia di Ognissanti, impersonando se stessi nel futuro e presentando in anteprima il dodicesimo album della band, pubblicato poi il 24 giugno per la loro etichetta, la Jemp. Accantonate le ore passate a tentare di estrarre idee da smisurate jam in studio, Fuego (Jemp, 2014) è un album che parla un linguaggio diverso. Prodotto da ...

Lucio Battisti - Don Giovanni (1986)

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Questo disco ha "provenienza" certa: lo ha comprato all'epoca mio papà, che ha sempre avuto una grande passione per il ragazzo di Poggio Bustone. E spesso, negli ultimi anni, qualche volta abbiamo discusso di come, nella lunghissima carriera di Lucio Battisti, la parentesi del decennio '80, per certi versi davvero sorprendente, sia molto meno famosa, al limite dell'inesistenza, del periodo precedente. Un po' perché dopo il 1980 decise di concentrarsi solo sull'aspetto musicale abbandonando le apparizioni televisive, le interviste radiofoniche e dei giornali (ultima rilasciata alla Tv Svizzera Italiana nel 1979), e un po' perché decise di fare tutto da solo, abbandonando il sodalizio con il paroliere Mogol. I primi indizi si hanno nel 1978, quando va in Inghilterra per registrare Una Donna Per Amico: tentativi precedenti di sfondare nel mercato internazionale fallirono, ma Battisti cercava un bisogno di internazionalizzare la proprio musica. Il disco fu...

I Gufi

Calzamaglia e tutine nere da mimi, bombetta in testa, uno a fianco all'altro con il chitarrista a strimpellare on fondo a destra: così si presentavano i Gufi sui palchi dei teatri e nelle trasmissioni della RAI, e con questa iconografia sono rimasti nella memoria del pubblico, a quasi cinquantacinque anni dal loro scioglimento. Discografia e Wikipedia

Raining in Baltimore - Counting Crows (1993)

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Raining in Baltimore è lo scalpello più emotivo e malinconico, con un pianoforte da brividi e un'armonica struggente, che lavora sul monumento dei Counting Crows, band di San Francisco guidata dal grande Adam Duritz. Centrifugano il rock che fu, ma non solo, perché anche soul, blues e folk vengono riveduti e neanche troppo corretti in una miscela accattivante e suggestiva come una luna che spunta dalla collina. Ci sono riferimenti alla Band (soprattutto nell'uso dell'organo) e a Van Morrison (anche nella voce), ai magici Little Feat di Lowell George e ai Byrds (nell'abitudine di sfruttare le chitarre con discrezione, ma senza rischiare colpi a vuoto), nonché, inevitabile per un gruppo di quel settore, ai Creedence Clearwater Revival. Raining in Baltimore è quasi un'elegia, un canto di solitudine e di amore smarrito. Mentre piove su Baltimora e lei è lontana, quando i discorsi sul treno non significano nulla e c'è solo voglia di scomparire, le cose che mancano s...

U2 - The Unforgettable Fire (1984)

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L'ultimo edificio di questa piccola carrellata di dischi che ne hanno uno in copertina ci porta nella Contea di Westmeath, nel cuore d'Irlanda, con le rovine di un castello, quello di Moydrum, situato nei pressi della cittadina di Athlone. Lì quattro ragazzi irlandesi, insieme a quello che diventerà il loro amico e fotografo per i successivi quattro decenni, Anton Corbijn, posano per la copertina di un disco che nelle loro intenzioni doveva rappresentare una svolta concettuale e musicale. È facile d'altronde mettere a confronto le prime copertine degli U2 con questa, e rilevarne la differenza concettuale: lo sguardo dolce di Peter Rowen, il fratellino di Guggi, amico di Bono, che capeggia in Boy (1980), la band ripresa in October (1981) sullo sfondo il porto di Dublino, e lo sguardo, rabbioso e drammatico, dello stesso Peter Rowen in War (1983, una delle copertine più iconiche del decennio).  Dopo il tour di War, Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. cercano una s...

Glass Animals – Zaba (2014)

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di Mauro Carosio I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo. Alcuni momenti particolarmente riusciti si trovano in due tracce dalla linea melodica indubbiamente azzeccata: Flip e Pools. Il resto è un agglomerato compatto, di facile ascolto, talvolta interessante per la complessità ritmica e i delicati passaggi di atmosfera. Salutati dalla stampa britannica con grande favore e coccolati da nomi celebri, hanno aperto i concerti dell’ultimo tour di St. Vincent; ...

E T I C H E T T E

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