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Visualizzazione dei post da gennaio, 2025

Rose City Band – Sol Y Sombra (2025)

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 di Maria Macchia  A distanza di due anni da “Garden Party”, la Rose City Band di Erik “Ripley” Johnson torna alla ribalta con il suo quinto lavoro in studio, “Sol Y Sombra”. Al fianco del polistrumentista e vocalist californiano troviamo i fedelissimi Barry Walker alla pedal steel, Paul Hasenberg alle tastiere e John Jeffrey alla batteria e percussioni mentre la compagna di Johnson, Sanae Yamada, già al suo fianco nei Moon Duo, è ospite ai cori.  Le dieci canzoni che compongono l’album sono l’equivalente di un viaggio in auto dall’alba al tramonto su strade assolate, al termine del quale, al calar della sera, è bello rincasare e trovare conforto nel focolare domestico. La cifra stilistica del disco, che non si discosta dalle consuetudini dell’ensemble, è basata sul dialogo costante tra chitarra elettrica e pedal steel guitar a sorreggere l’architettura di tutti i brani. Il titolo del full-length, “sole e ombra”, vuole alludere agli inevitabili contrasti presenti nell’esi...

Bee Gees - Main Course (1975)

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Per le storie di musica con almeno tre fratelli coinvolti non potevano mancare. Oltre questo motivo importante, mi spinge a scrivere di loro anche il fatto che, come poche altre band, sono fisse nell'immaginario collettivo per un disco, la colonna sonora de La Febbre Del Sabato Sera. Sebbene il disco sia uno dei più venduti di tutti i tempi (probabilmente oltre 40 milioni di copie vendute), legato non solo al mondo musicale ma anche a quello cinematografico, si finisce per dimenticarsi di tutto il resto, cioè di una delle band più longeve e più di successo di tutti i tempi, che nella loro carriera lunga 60 anni ha sperimentato di tutto. Barry, Robin e Maurice Gibb nascono appena dopo la guerra (Barry nel 1946, Robin e Maurice gemelli nel 1949, hanno anche una sorella maggiore, Leslie, nata nel 1945) sull'isola di Man. Si trasferiscono piccolissimi nei sobborghi di Manchester, dove Barry è coinvolto in numerosi episodi di vandalismo, che gli valgono una condanna con la condizion...

Pentangle – Cruel Sister (1970)

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di Silvano Bottaro “ Il folk ” dissero un giorno Bert Jansch e John Renbourn “ non ha bisogno degli amplificatori e l’unica elettricità che serve è quella che passa dalla terra ai piedi dei danzatori dei balli tradizionali ”. Cruel Sister fu una decisione sofferta ma inevitabile, rischiosa ma attraente, per questo disco i Pentangle portarono in studio delle chitarre elettriche, un'assoluta novità. Punta di diamante del folk revival inglese, alternativi e al tempo stesso complementari ai Fairport Convention e agli Steeleye Span, i Pentangle si formano nel 1967. Il quintetto (apposta chiamati Pentangle) di stampo classico, furono sin dall’inizio “condizionati” dalle diverse personalità dei vari componenti: i due citati chitarristi, Jansch e Renbourn, Danny Thompson, Terry Cox e la cantante Jacqui McShee… un impasto eterogeneo di forte impatto. I Pentangle realizzarono diversi lavori cruciali, tutti frutto di una saggia e spontanea forma di contaminazione, dove l’istinto ha ...

INXS - Kick (1987)

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La band di oggi, a metà anni '80, era tra le più famose del mondo. Ma credo che anche all'epoca pochissima sapessero che il nucleo centrale di questo gruppo australiano fosse formato da tre fratelli. tutto inizia a Perth, nel 1979: i fratelli Farris, Tim, Andrew e Jon che avevano già un gruppo dal nome, inequivocabile, di The Farris Brothers, aggiungono al nucleo fondativo Kirk Pengilly, Garry Beers e un cantante, amico di liceo di Tim, Michael Hutchens. Si spostano a Sydney, dove cambiano nome in INXS ( da leggere come "In Excess") dove ottengono un contratto con una piccola etichetta indipendente, la Deluxe, con cui pubblicano il primo singolo, Simple Simon. Erano gli anni della pulizia dal rumore del punk, dell'arrivo della elettronica "dolce" e della new wave. È in questo solco che la band si muove, ma si apre in maniera piuttosto originale al funk e a piccoli innesti dance. All'inizio concentrano le energie nella nativa Australia, dove ottengono...

Alex Pester - Bedroom Songs (2025)

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 di Gianfranco Marmoro Bed-thumper, Shark-tooth, Ice-cream, Aerosol: con questa surreale lista di strumenti Alex Pester presenta una nuova raccolta di canzoni, estratte questa volta non dal cassetto, ma da sotto il cuscino sul quale è solito adagiarsi imbracciando la propria chitarra e sognando gli anni d'oro della musica pop e beat inglese. "Bedroom Songs" è l'album con il quale il genio del lo-fi celebra il proprio amore per gli anni Sessanta, invocando la pura ispirazione dei Kinks ("This Empty Town"), introducendo voci fuori campo e drum machine dalle delicate sonorità quasi naif ("Just A Fool (For Love)") o intonando melodie sbarazzine e nonsense che non bramano parole ("Bedsit Wages"). Nell'evocare purezza e bellezza del passato, il giovane cantautore di Bath resta piacevolmente imbrigliato nelle preziose armonie di Elliott Smith ("Stars Of The Week"), cattura la magia del primo baroque-pop nella splendida ballata alla...

La Crus

Come ha spesso ripetuto il frontman "Joe" Giovanardi, più che una vera e propria band i La Crus sono un progetto musicale atipico sia nella composizione che nella storia. Il gruppo vede la luce agli albori degli anni '90, dall'incontro di due musicisti dell'area milanese.: Mauro Ermanno Giovanardi, detto "Joe", proveniente dall'esperienza con i Carnival of Fools. Discografia e Wikipedia

Amelia - Joni Mitchell (1976)

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Joni sta guidando nel deserto, verso Los Angeles. E sola, al volante. Nessun camion davanti a lei. Peccato. Li cerca in continuazione, appena ne vede uno, lo raggiunge e si accoda. Guida nella sua scia. Scelta assurda per tutti, ma non per chi, come lei, sta viaggiando da tempo senza patente. I camion sono abituati a segnalare la presenza della polizia, così lei può rallentare e sperare che non la fermino. Sta attraversando l'America perché ne ha bisogno. È una necessità quasi fisiologica. Serve per ricaricare le pile e per illudersi che, in tanto viaggiare, prima o poi si imbocchi la direzione giusta. Davanti a sé, ora Joni vede una formazione di sei aerei solcare il cielo e lasciare scie bianche. Le viene immediatamente da pensare alla strana parabola di Amelia Earhart, la prima donna che tentò la trasvolata in solitaria dell'Oceano Pacifico e che scomparve misteriosamente con il suo aereo durante l'impresa. Ecco, sta nascendo una canzone. No, mi correggo: sta nascendo il...

Anna B Savage - You And I Are Earth (2025)

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 di Stefano Solventi  Mettiamola così: questo non è un disco che racconta il presente. Proprio per questo, è in tutto e per tutto un disco frutto del presente. Perché, se mi perdonate il gioco di parole, il presente non è presente a se stesso. Viviamo in uno stato di sradicamento rispetto all’esserci, di sistematica distrazione, o – meglio – scivoliamo tra le innumerevoli attrazioni, cercando continuamente nuovi motivi che sostituiscano i motivi esausti, altri stimoli, altri pungoli. Non essere qui è diventato il modo migliore e più efficace per essere, perché spinge a condividere con il distante e renderlo in tal modo prossimo. Sembra che questa prossimità artificiale conti più della prossimità reale: ogni testa abbassata sullo schermo dello smartphone conferma questa sensazione, no? Ok, ma qui bisogna parlare di un disco, di canzoni, di musica. Ne convengo. E quindi, provvedo subito. Anna B Savage giunge al fatidico traguardo del terzo lavoro – dopo A Common Turn del 2021 e ...

The Clash - Sandinista! (1980)

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Il punto esclamativo finale di questa piccola carrellata tra i dischi che lo hanno nel titolo arriva ad uno dei più famosi dischi degli anni ’80. Protagonista una band che nasce dal calderone del punk britannico della seconda metà degli anni ’70, ma che grazie ad un percorso per molti versi unico e virtuoso, è arrivata ad essere, giustamente, considerata come una delle più importanti rock band d tutti i tempi. Joe Strummer è figlio di un alto funzionario del Ministero degli Esteri Britannico, tanto che nasce in Turchia nel 1952. Quando ha 20 anni, fonda un gruppo, i 101’ers con Clive Tiperlee e Richard Dudanski. Suonano con discreto successo nei pub londinesi e registrano persino qualche canzone. Nel loro giro c’era un altro gruppo, I London SS, che erano noti poiché non suonavano quasi mai con la stessa formazione, in una sorta di gruppo aperto: tra coloro che più spesso ne facevano parte c’erano Mick Jones, Paul Simonon, Tory Crimes e Nicky “Topper” Headon. I primi tre si uniscono a ...

Paul Simon - Graceland (1986)

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di Silvano Bottaro Oggettivamente questo disco è passato alla storia per due motivi: ha sancito la nascita "ufficiale" della world music ed è uno dei simboli del passaggio del Sudafrica alla democrazia. Per quel che mi riguarda c'è un terzo motivo: è grazie a questo album che è nata la mia passione per la musica africana. Non è retorica dire che lungo le canzoni di "Graceland" è passata la storia, e non quella della musica, ma proprio la storia del Sudafrica. Oggi si comincia a dimenticare, almeno guardando da lontano, che è esistito un Sudafrica non libero e non democratico e, per chi non lo sa o non lo ricorda, questo è solo un disco di un cantautore americano con musicisti africani. Ma allora no, allora nel 1986, Graceland suscitò passioni, rabbia, polemiche. Paul Simon ha sempre amato la musica di mondi diversi dal suo. Lo aveva già fatto anni prima insieme a Art Garfunkel, facendo scoprire a milioni di ascoltatori le malinconie andine aggiungendo...

The Fixx - Reach The Beach (1983)

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La band nacque con il nome The Portraits nel 1979 quando il cantante Cy Curnin e il batterista Adam Woods formarono la band mentre erano al college a Londra. Insieme al tastierista Rupert Greenall, i Portraits ebbero un piccolo successo, pubblicando un paio di singoli prima di sciogliersi alla fine del 1980 e presto riformarsi come The Fix con il chitarrista Jamie West-Oram e il bassista Charlie Barrett. Il gruppo pubblicò in modo indipendente il singolo Lost Planes nel febbraio 1981, che attirò l'attenzione della MCA Records che offrì un contratto al gruppo. Tuttavia, preoccupata per le allusioni e le implicazioni alle droghe del nome, impone di cambiarlo, e la band decide di aggiungere un’altra x, The Fixx. Il loro album di debutto di successo del 1982, Shuttered Room, conteneva due brani che ottennero un notevole successo nelle classifiche, e che qualche volta capita anche di risentire in qualche emittente radio più attenta e curata nelle scelte musicali, Stand Or Fall e Red Ski...

The Weather Station - Humanhood (2025)

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 di Angela Denise Laudato Dopo il grande successo, nel 2021, di “Ignorance“, uno dei dischi indipendenti più osannati dalla critica musicale (The Guardian l’ha definito un “heartbroken masterpiece”) ed entrato nelle classifiche di fine anno di The New Yorker, UNCUT, The Globe and Mail e The Observer, oltre che nella TOP10 di New York Times, The Guardian, Pitchfork, PASTE, Exclaim, The Quietus, Stereogum e molti altri , e, nel 2022, di “How Is It That I Should Look at the Stars”, la folk rock band canadese di Tamara Lindeman torna con un ottavo album: “Humanhood”. In copertina troviamo raffigurata Tamara Lindeman, accovacciata nell’oscurità, avvolta in coperte che ritraggono copie sgualcite della sua stessa immagine, quasi a ricordare la versione tetra di un quadro di Salvator Dalì, dove le parti disparate del sé si dissolvono e si uniscono, in beffa al tempo e allo spazio, in quello che sembra l’unico modo che l’identità conosce per deformarsi e incresparsi. La scena evocata ha qua...

Enzo Jannacci

Nato a Milano il 3 giugno 1935 da una famiglia di origini metà pugliesi e metà milanesi. Vincenzo Jannacci cresce nella periferia della metropoli, assorbendo quelle suggestioni di strada che saranno così importanti nella sua futura carriera artistica, quando preferiva parlare delle classi disagiate e dei ragazzi che portano "i scarp del tennis", piuttosto che del lato trendy o folkloristico della città meneghina. Discografia e Wikipedia

Listening (Honor Song) - John Trudell (1983)

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John Trudel, indiano Sioux santee del Nebraka, ha alle spalle un sentiero di violenze e dolori. Portavoce dei diritti civili della sua gente, segretario dell'American Indian Movement dal 1973 al 1979, è stato costretto a subire per la sua militanza ingiustizie e follie, culminate in tragedia. Il 2 febbraio 1979, dodici ore dopo aver bruciato una bandiera americana davanti al quartier generale dell'Fbi a Washington, un incendio rade al suolo la sua abitazione, nella riserva indiana di Shosone Paiute, in Nevada. Perdono la vita la moglie, i tre figli, la suocera. L'Fbi rifiuta di investigare, l'incendio viene archiviato immediatamente come «incidente di natura accidentale». Da quel momento la vita di Trudell è sconvolta. Troverà la forza di continuare dopo l'incontro con Jackson Browne, che lo convince a mettere in musica le sue denunce. Tra poesia metropolitana, rock e tradizione, con un fraseggio che a tratti ricorda il miglior Lou Reed, e che si è arrestato troppo ...

Franti - Il Giardino Delle Quindici Pietre (1986)

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Nel cartone della soffitta il disco di oggi è quello più emozionante. Lo è per la rarità, per la qualità, per la storia che lo accompagna. Quando ho detto a mio papà che avevo ritrovato questo disco, sebbene con piccole macchie di umidità sulla copertina, si è emozionato un po’. Fu un regalo di una persona che lavorava alla Lega Coop in Piemonte, che volle regalargli questo disco dato che conosceva la storia di questa formazione e li andava a sentire quando suonavano nei centri sociali. La storia di questa formazione è in un modo del tutto particolare, unica e irripetibile e ha segnato una parte non così piccola del rock italiano, nonostante siano oggi, ahimè, sconosciuti. Tutto comincia a Torino, seconda metà anni ’70. Un gruppo di compagni di scuola, Stefano Giaccone al sax, Massimo D'Ambrosio al basso, Marco Ciari alla batteria e Vanni Picciuolo alla chitarra, con le incursioni vocali di Lux, cantante dei Deafear, formano un gruppo, la Guerrilla’s Band, che dopo tanta gavetta si...

AA. VV. - Picnic-A Breath Of Fresh Air (1969)

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La EMI fonda nel 1969 una sussidiaria, la Harvest, sulla scia di altre case discografiche, per intercettare le nuove sonorità, in un periodo, la fine degli anni '60, straordinariamente fertile dal punto di vista creativo. Per questo motivo pensa ad una compilation vetrina di alcuni artisti sotto contratto con la casa madre, affiancati da giovani promesse. Ne esce così un mix musicale intrigante e qualitativamente notevole del panorama musicale britannico. Tra l'altro il disco, un doppio, fu concepito e prodotto per costare pochissimo, per essere venduto nei negozi a 1,5 sterline. Ha delle particolarità: in primis la copertina, opera dei mitici creativi della Hipgnosis, che come tutte quelle agostane della rubrica presenta una spiaggia, in questo caso della Normandia. Un gruppo di uomini ha una maschera antigas. L'interno è ancora più suggestivo, in bianco e nero, dove gli uomini camminano sulla battigia e nel cielo si notano le copertine dei dischi da cui i brani sono presi...

U2 - The Joshua Tree (1987)

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di Silvano Bottaro La consacrazione di una band divenuta un vero fenomeno sociale. Con la supervisione di Daniel Lanois e il solito Eno, gli U2 vengono ripuliti da una vitalità artistica troppo grezza. In The Joshua Tree risiede tutto lo scibile del rock e del pop. Bono e compagnia sono meno inquietanti e più scaltri nelle scelte tra energia e lirismo melodico. Un'opera cruciale che si distingue immediatamente in mezzo a venti di novità e cambiamenti, per la smania creativa che pervade questi brani esaltandone il lato più melodico. E' un fluire inarrestabile di sensazioni tra suoni energici, schemi corposi, riff sinuosi. The Joshua Tree invade il mondo, fa rivivere antiche gesta e soprattutto la magia del grande rock torna ad esaltare gli amplificatori. Un evento magico, maturato proprio lì, a Joshua Tree, dove in mezzo a una delle zone più desertiche un arbusto è diventato un albero secolare. Dopo questo album la musica della band irlandese assumerà un carattere di uni...

Phish - Fuego (2014)

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di Giacomo Baroni Dai campus delle università ai palchi di tutto il Nord America sull’onda del passaparola di milioni di fedeli seguaci, i Phish sono diventati a metà degli anni ’90 una delle jam band più note e amate degli Stati Uniti. Sostanze nel calderone: improvvisazioni pantagrueliche, straordinaria complicità con il pubblico e la garanzia di offrire sempre un evento unico. I loro concerti di Halloween sono una tradizione attesissima dai fan. I Phish indossano un “costume musicale”, calandosi nei panni di un gruppo storico e interpretandone un album per intero. Nel 2013 ad Atlantic City, i quattro hanno invece deciso di fare uno scherzetto da vigilia di Ognissanti, impersonando se stessi nel futuro e presentando in anteprima il dodicesimo album della band, pubblicato poi il 24 giugno per la loro etichetta, la Jemp. Accantonate le ore passate a tentare di estrarre idee da smisurate jam in studio, Fuego (Jemp, 2014) è un album che parla un linguaggio diverso. Prodotto da ...

Lucio Battisti - Don Giovanni (1986)

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Questo disco ha "provenienza" certa: lo ha comprato all'epoca mio papà, che ha sempre avuto una grande passione per il ragazzo di Poggio Bustone. E spesso, negli ultimi anni, qualche volta abbiamo discusso di come, nella lunghissima carriera di Lucio Battisti, la parentesi del decennio '80, per certi versi davvero sorprendente, sia molto meno famosa, al limite dell'inesistenza, del periodo precedente. Un po' perché dopo il 1980 decise di concentrarsi solo sull'aspetto musicale abbandonando le apparizioni televisive, le interviste radiofoniche e dei giornali (ultima rilasciata alla Tv Svizzera Italiana nel 1979), e un po' perché decise di fare tutto da solo, abbandonando il sodalizio con il paroliere Mogol. I primi indizi si hanno nel 1978, quando va in Inghilterra per registrare Una Donna Per Amico: tentativi precedenti di sfondare nel mercato internazionale fallirono, ma Battisti cercava un bisogno di internazionalizzare la proprio musica. Il disco fu...

I Gufi

Calzamaglia e tutine nere da mimi, bombetta in testa, uno a fianco all'altro con il chitarrista a strimpellare on fondo a destra: così si presentavano i Gufi sui palchi dei teatri e nelle trasmissioni della RAI, e con questa iconografia sono rimasti nella memoria del pubblico, a quasi cinquantacinque anni dal loro scioglimento. Discografia e Wikipedia

Raining in Baltimore - Counting Crows (1993)

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Raining in Baltimore è lo scalpello più emotivo e malinconico, con un pianoforte da brividi e un'armonica struggente, che lavora sul monumento dei Counting Crows, band di San Francisco guidata dal grande Adam Duritz. Centrifugano il rock che fu, ma non solo, perché anche soul, blues e folk vengono riveduti e neanche troppo corretti in una miscela accattivante e suggestiva come una luna che spunta dalla collina. Ci sono riferimenti alla Band (soprattutto nell'uso dell'organo) e a Van Morrison (anche nella voce), ai magici Little Feat di Lowell George e ai Byrds (nell'abitudine di sfruttare le chitarre con discrezione, ma senza rischiare colpi a vuoto), nonché, inevitabile per un gruppo di quel settore, ai Creedence Clearwater Revival. Raining in Baltimore è quasi un'elegia, un canto di solitudine e di amore smarrito. Mentre piove su Baltimora e lei è lontana, quando i discorsi sul treno non significano nulla e c'è solo voglia di scomparire, le cose che mancano s...

U2 - The Unforgettable Fire (1984)

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L'ultimo edificio di questa piccola carrellata di dischi che ne hanno uno in copertina ci porta nella Contea di Westmeath, nel cuore d'Irlanda, con le rovine di un castello, quello di Moydrum, situato nei pressi della cittadina di Athlone. Lì quattro ragazzi irlandesi, insieme a quello che diventerà il loro amico e fotografo per i successivi quattro decenni, Anton Corbijn, posano per la copertina di un disco che nelle loro intenzioni doveva rappresentare una svolta concettuale e musicale. È facile d'altronde mettere a confronto le prime copertine degli U2 con questa, e rilevarne la differenza concettuale: lo sguardo dolce di Peter Rowen, il fratellino di Guggi, amico di Bono, che capeggia in Boy (1980), la band ripresa in October (1981) sullo sfondo il porto di Dublino, e lo sguardo, rabbioso e drammatico, dello stesso Peter Rowen in War (1983, una delle copertine più iconiche del decennio).  Dopo il tour di War, Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. cercano una s...

Glass Animals – Zaba (2014)

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di Mauro Carosio I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo. Alcuni momenti particolarmente riusciti si trovano in due tracce dalla linea melodica indubbiamente azzeccata: Flip e Pools. Il resto è un agglomerato compatto, di facile ascolto, talvolta interessante per la complessità ritmica e i delicati passaggi di atmosfera. Salutati dalla stampa britannica con grande favore e coccolati da nomi celebri, hanno aperto i concerti dell’ultimo tour di St. Vincent; ...

E T I C H E T T E

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