Storia della musica #24

  La Disco

Il suono della disco è essenzialmente funky: un funk dal beat costante e regolare, (spesso scandito dall’hand-clapping mutuato dal gospel), in cui le voci degli shouters sono sostituite da voci femminili angeliche e allo stesso tempo provocanti, e il cui suono è ammorbidito da un abbondante utilizzo di archi, ma pur sempre funk: il groove grasso del basso e il suono stridulo di chitarra non lascia dubbi.

Il motivo è molto semplice: il fenomeno della disco nasce con l’apertura di locali gay a New York destinati esplicitamente al ballo, le discoteche da cui il fenomeno prende il nome, in cui venivano selezionati i pezzi soul e funky più groovy. Ad un certo punto i pezzi funky-soul cominciano ad essere prodotti con lo scopo preciso di essere suonati nelle discoteche e a quel punto il suono la disco può dirsi nata.

Ben presto le discoteche cessano di essere appannaggio esclusivo della comunità gay divenendo fenomeno di massa: il fenomeno più commerciale è di breve durata, limitandosi alla seconda metà dei ’70, ma ha l’effetto di un ciclone. Un’infinità di artisti soul, pop e rock comincia ad integrare il beat in 4/4 della disco nella propria musica, dal soul orchestrale di Barry White, a veterani del rock come Mick Jagger (assiduo frequentatore del “Paradise Garage” di Larry Levan), passando per un gruppo come gli Australiani d’adozione (in realtà sono orginari dell’isola di Man) Bee Gees che fino ad allora aveva suonato pop-rock di derivazione più o meno Beatlesiana e che in questi anni diventa una delle voci più celebri del movimento.

Un’altra rivoluzione connessa alla nascita di un filone musicale come questo, ad uso e consumo delle discoteche, è il riesplodere del singolo come formato discografico per eccellenza: i vinili vengono tagliati appositamente per facilitare l’estensione del brano (è la nascita dell’extended mix, primo fenomeno di remixaggio); sui vinili è indicato il bpm dei pezzi per facilitare un missaggio fluido (nascita del missaggio professionale in sequenza dei pezzi che eleva ad arte il ruolo del dj).

Se la storia della disco è essenzialmente storia di singoli non mancano le stelle del genere, abilmente forgiate dalle mani dei produttori: da veterani come Earth Wind and Fire e KC & The Sunshine Band, agli Chic , veri inventori del suono disco col già citato “Le Freak”, dalle regine della disco, Gloria Gaynor e Donna Summer, alle meteore (Tavares, Sylvester, Trammps).

Se gli Chic coniano il suono della disco è Giorgio Moroder (Italiano ma di stanza a Monaco ) ad innovarlo, introducendo le tastiere elettroniche sia per fornire una base melodica sia per dettarne l’ossatura ritmica: con la produzione dei singoli di Donna Summer “Love to love you baby” e “I feel love”, rispettivamente del 1975 e del 1976, porta prepotentemente l’elettronica nella dance anticipando un’innovazione che il synth pop dei primi anni ’80 farà prontamente sua.

Il fenomeno raggiunge il suo apice nel 1977 dopo l’uscita del film “La Febbre del Sabato Sera” esplodendo a livello mondiale per poi spegnersi di lì a poco (almeno come moda) con inni della cultura disco (e della cultura gay) come “YMCA” dei Village People e “We Are Family” delle Sister Sledge, entrambi del 1979, a fare da canto del cigno.

Alla fine del boom commerciale non corrisponde assolutamente la morte del genere, se si considera che è cosa di questi anni l’apertura di due locali destinati ai gay di colore come il warehouse di Chicago con Frankie Knuckles come DJ resident e il Paradise Garage di New York dove ha base Larry Levan: dai rispettivi locali prenderanno il nome House e Garage, dagli anni ’80 in poi eredi elettroniche della disco stessa, da cui mutueranno molti elementi stilistici e la funzione danzereccia.

Non solo: in pieno post-punk gruppi p-funk come Kid Creole & the Coconuts e Was Not Was (e un’infinità d’altri) creeranno forme ibride di disco mutante con un approccio obliquo tra avanguardia e dance, esperimenti, testimoniati da raccolte come “Mutant Disco” (1981) e “Disco Not Disco” (2000), che si riveleranno di seminale influenza per l’esplosione del p-funk revival di inizio millennio…

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