Rufus Wainwright - Poses (2001)
Nascere in una famiglia di musicisti è il presupposto per i dischi di questo mese: nel caso di oggi, Rufus Wainwright ha addirittura entrambi i genitori famosi musicisti. Il padre, Loudon III, uno dei più grandi personaggi del folk rock canadese (ascoltate se potete il live A Live One del 1979 o lo splendido Fame And Wealth del 1983) e la madre Kate McGarrigle gli danno la spinta per iniziare dubito a innamorarsi della musica. Suona il piano già a sei anni, è adolescente quando, insieme con la madre, la zia Anna e sua sorella Martha suonano in un gruppo, McGarrigle Sisters And Family, con tour in tutto il paese. Ha quindici anni quando una sua canzone, I’m Running, è presente in un film canadese, un episodio della serie fantasy intitolata Tales for All, che gli vale la nomination per il Genie Awards per la migliore canzone originale e per il Juno Award, l’oscar della Musica canadese nel 1990, come vocalist maschile più promettente. Tuttavia Rufus sviluppa quasi in contrapposizione con lo stile dei genitori una grande passione per il grande periodo del Brill Building americano, per Cole Porter, Gershwin e Irving Berlin, i Beatles e la stupenda capacità di condensare nel pop elementi e momenti di opera lirica. Alcuni suoi demo vengono ascoltati dal direttore della Dreaworks, Lenny Waronker, che gli propone un contratto discografico: dopo mesi di registrazioni, aiutato da tre geniali produttori come Jon Brion, Pierre Marchand e Van Dyke Parks, nel 1998 esce Rufus Wainwright: album splendido, nella lista dei migliori di quell’anno in molte riviste specializzate, Rufus canta e suona chitarra e piano in un disco denso di idee, di qualità e di canzoni spiazzanti, come la bellissima Barcelona (che contiene nel testo estratti del grande librettista italiano Francesco Maria Piave, che collaborò con Giuseppe Verdi, i fratelli Ricci e Saverio Mercadante) o la toccante Matinee Idol, dedicata all’allora da poco scomparso River Phoenix. Wainwright acquisisce notorietà internazionale grazie alla sua partecipazione alla colonna sonora del film Shrek (2001, prodotto dalla Dreamworks) dove canta una bella versione di Hallelujah di Leonard Cohen. Rufus è tipo preciso e meticoloso, tanto che il secondo disco impiega quasi tre anni a nascere: Pierre Marchand lo guida, ma nel disco sono presenti anche contributi produttivi diversi, come quello del co-fondatore dei Propelleheads, pionieri della musica elettronica, Alex Gifford, Ethan Johns, che lavorerà con Tom Waits e produrrà alcuni dei gruppi più interessanti degli anni a venire come Kings of Lion, Kaiser Chief e altri, e Greg Wells, uno dei più famosi produttori degli ultimi 25 anni. Il disco, Poses, che esce nel 2001, conferma l’originalità del cantautore Wainwright, a conferma che sia uno dei migliori della sua generazione: ogni canzone cambia stile più volte, in un mix che parte dal suo piano in stile Gershwin che a volte viene corroborato da innesti di archi, a volte di fiati, a volte lambisce il trip hop altre volte la dance. Se musicalmente è così ricco e spumeggiante, le tematiche dei testi svelano un lato intimista e malinconico, nato dal suo soggiorno per mesi al mitico Chelsea Hotel di New York: tematiche come la dissolutezza, lo spaesamento, la dipendenza caratterizzano le sue canzoni, come la stupenda Cigarettes And Chocolate Milk, o la dolente The Tower Of Learning che doveva comparire nel film di Buz Lurhmann Moulin Rouge (poi sfumata per motivi di diritti discografici), Greek Song, dedicata ad una “queer love”, si ispira ad un’aria di Mascagni de L’Amico Fritz. Il tema dell’omosessualità è raccontata anche nella spietata Evil Angel, autobiografica, ispirata ad un liason di un giorno con un giornalista a Strasburgo prima di un concerto. Shadows vira al funky, i riferimenti sono sempre eccentrici e intelligenti: Grey Gardens si ispira all’omonimo documentario del 1975 che racconta la vita di due eccentriche donne di campagna, ma anche a La Morte A Venezia di Thomas Mann, con Rufus che immagina Tazio (uno dei protagonisti del libro di Mann) sia uno degli abitanti della villa del documentario e lui l’altro coabitante. Anche Rebel Prince e The Consort hanno come tema l’omosessualità mentre One Man Guy è una canzone scritta dal padre Loudon e uno dei suoi pezzi forti del repertorio. Chiude il disco una bonus track, una sentita cover di Across The Universe del magico e inimitabile duo Lennon- McCartney e che comparirà nella colonna sonora del film con Sean Penn I Am Sam. Il disco è anche stavolta acclamato dalla critica e vince un premio molto particolare: è Outstanding Music Album GLAAD Media Awards del 2002, cerimonia patrocinata dal Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD). Ai Juno Awards del 2002, Wainwright ha tre nomination (Best Songwriter per Poses, Cigarettes And Chocolate Milk e Grey Gardens) ma vince nella categoria Best Alternative Album. Rimane probabilmente la migliore dimostrazione del suo talento, in una carriera che continua ancora oggi sempre a ottimi livelli, e che ogni tanto è arricchita da altre esperienze: nel film The Aviator di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, sulla storia del miliardario Howard Hughes, il pianista e cantate dei Coconut Grooves è Rufus Wainwright.
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