AA.VV. - Singles (O.S.T.) (1992)
Nel 1992 il grunge era il genere musicale ed estetico imperante nell’universo della musica pop. Qualcuno dall’occhio lungo se ne accorse per tempo e proprio a metà del 1992 mandò nelle sale cinematografiche un film girato a Seattle in cui non solo il mondo delle band della città è lo sfondo alle dinamiche dei protagonisti, ma addirittura alcuni dei nuovi eroi fanno dei piccoli cameo. Cameron Crowe è stato prima che un grande regista un giornalista musicale prodigio: a 15 anni scrive recensioni per riviste come Creem e Playboy, a 16 diviene firma del magazine Rolling Stone, che lo manda ad intervistare gente del calibro di Dylan o Neil Young. È anche appassionato di scrittura e il suo primo romanzo Fast Times At Ridgemont High (in italiano Fuori Di Testa e che vede il debutto di tre futuri premi Oscar, Sean Penn, Nicholas Cage e Forest Whitaker) si trasforma in un film scritto e diretto da Crowe. Arriveranno poi alcuni titoli fortunatissimi, come Non Per soldi… Ma Per Amore (titolo originale Say Anything…), Jerry Maguire (con Oscar per Cuba Gooding Jr come Miglior Attore Non Protagonista) e poi nel 2000 lo storico e meraviglioso Almost Blue, profondamento autobiografico, sulla storia di un adolescente che segue in tour una nuova e formidabile rock band, Oscar per la miglior sceneggiatura originale e numerosi altri premi. Singles racconta invece le vicende di due coppie di giovani che vivono nello stesso condominio: quella composta da Janet Livermore (interpretata da Bridget Fonda), che lavora come cameriera di un café, e dall'aspirante musicista Cliff Poncier (nel film Matt Dillon), e l'altra da Linda Powell (Kyra Sedgwick) e Steve Dunne (Campbell Scott). Gli intrecci, l’ambientazione, il rapporto molto sincero con la città è stato da molti critici indicato come il seme da cui nacque, appena qualche mese dopo, l’idea per la serie culto Friends, ma è proprio Seattle città di nuovi gruppi e nuova musica che fa da scenario importante al film: in una scena del film Dillon suona con il suo gruppo, i Citizen Dick, in cui compaiono Eddie Vedder, Stone Gossard e Jeff Ament e numerosi sono i cameo di Chris Cornell, Layne Stanley degli Alice In Chains e persino compare in una scena Tim Burton. Tutta questa attenzione non poteva non sfociare in una grandiosa colonna sonora. La colonna sonora di Singles, che viene pubblicata il 30 giugno del 1992, può essere davvero considerata per organicità e valore dei brani uno dei grandi dischi grunge del periodo. 13 pezzi che raccolgono il meglio di allora, con qualche puntata interessante e inaspettata. Si apre con la forza di Would? degli Alice In Chains, scritta peraltro dal chitarrista Jerry Cantrell in memoria di Andrew Wood dei Mother Love Bone: cantata con il caratteristico timbro con Layne Stanley (che in realtà canta solo il ritornello da solo) diventerà singolo del disco e farà da trampolino al successo di Dirt, il seminale disco del settembre del ‘92 che lancerà in orbita il successo della band; i neonati Pearl Jam contribuiscono con due canzoni che diventeranno mito del loro futuro catalogo. Una è Breath, una canzone che fino al loro primo greatest hits (del 2004) non fu mai incisa in una registrazione ufficiale della band di Vedder e nemmeno tanto usata nei concerti nonostante sia da sempre uno dei brani più amati dai fan, tanto che una volta avviarono una petizione on-line affinchè non uscisse mai dalle scalette dei concerti, l’altra è la rabbiosa State Of Love And Trust, scritta da Vedder dopo aver letto la sceneggiatura del film, da allora anch’essa una delle più amate dai fan, con in questo caso un uso più profondo e intensivo della canzone, virata nei dischi e dal vivo qualche volta all’acustico, altre volte ancora con più rabbia ed elettricità della versione presente qui; Seasons è una delizia acustica di Chris Cornell dei Soundgarden, che riprenderà nei suoi lavori futuri da artista solista e insieme ai Soundgarden c’è anche la potente Birth Ritual; si passa poi alla magnificenza pop di Paul Westemberg, alla prima uscita fuori dal suo gruppo, The Replacements, che regala due perle nella stupenda Dyslexic Heart (meravigliosa, un gioiello pop) e in Waiting For Somebody. C’è poi la cover del classico zeppeliano, The Battle Of Evermore, a firma The Lovemongers, che sono Ann e Nancy Wilson della band Heart, nata a Seattle a metà anni ‘70. C’è la storica e favolosa Chloe Dancer\Crown Of Thorns dei Mother Love Bone, l’omaggio ad uno dei gruppi fondatori del movimento, i Mudhoney, che contribuiscono con Overblown, e tre sorprese finali: un omaggio al mito della musica di Seattle, Jimi Hendrix, con Maybe This Be Love (dal disco leggenda Are You Experienced? del 1967); Nearly Lost You di una delle nuove band emergenti del movimento, gli Screaming Trees di Mark Lanegan, che proprio nel 1992 faranno uscire il loro disco capolavoro, Sweet Oblivion, incarnando l’anima più alternativa e drammatica del movimento grunge; e infine una canzone di una band di Chicago, che proprio in quei periodi si stava facendo notare, gli Smashing Pumpkins di Billy Corgan, che regalano al disco uno dei brani più eccitanti ed emozionanti, gli oltre 8 minuti di Drown. Il successo del disco verrà amplificato da quello che di lì a pochi mesi ebbero capolavori come Ten e soprattutto Nevermind dei Nirvana, che finirà per costruire l’estetica definitiva dei fan di questo genere: abiti oversize, preferenza per le camice da lumberjack a scacchi, le Dr.Marten’s ai piedi, i capelli lunghi, l’aria non curata e più che altro la sensazione di provare un malessere interiore che va “interpretato” senza sfociare nelle manifestazioni spettacolari come successo in precedenza (come per esempio nel punk). Il disco vende centinaia di migliaia di copie, il successo continuerà con altri dischi capolavoro (come per esempio Vitalogy dei Pearl Jam, Jar Of Flies degli Alice In Chains o Siamese Dream degli Smashing Pumpkins), sarà riferimento anche per band di altra generazione (tipo i R.E.M. con Monster) ma tutto perderà potenza dopo la morte di Kurt Cobain. Rimane spazio per un ultimo grande disco, una sorta di canto del cigno del movimento, che sarà protagonista dell’ultima storia musicale di Febbraio.
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