Cassandra Jenkins - An Overview On Phenomenal Nature (2021)

di Daniel Moor

Partendo dal refrain di “New Bikini” è possibile enucleare due importanti tematiche che caratterizzano per intero il secondo disco di Cassandra Jenkins e che si legano indissolubilmente l’una all’altra, ossia il processo curativo e il legame con la natura. Durante l’estate del 2019 la musicista newyorkese si stava preparando per partecipare come chitarrista al tour dei Purple Mountains, ma, dopo solo alcuni giorni di prove, il compianto David Berman si tolse tragicamente la vita. Cassandra decise allora di recarsi da alcuni amici in Norvegia per cercare di superare lo shock degli ultimi eventi vissuti. Nelle settimane seguenti abbozzò alcuni frammenti lirici e melodici e una volta tornata a New York entrò in studio di registrazione con il nuovo guru del folk Josh Kaufman, con il quale, partendo da quelle idee ancora grezze e nebulose, compose tutti i brani, salvo “The Ramble”, di “An Overview On Phenomenal Nature”.

In questa raccolta di canzoni si assiste a una costante alternanza, a una relazione dialogica tra “assenza” e “presenza”. Da un lato si scorge il tentativo di superare il lutto per la morte di Berman e l’immersione nel pacifico paesaggio delle poco popolate e quasi incontaminate coste norvegesi; dall’altro si è come travolti da una pulsante collettività umana, intenta nel celebrare la moltitudine delle possibili esperienze di una vita sempre in costante mutamento. I racconti della cantautrice tendono a svolgersi in una dimensione corale, costruita mediante le interazioni tra la voce narrante e amici, famigliari, perfetti sconosciuti che conducono a un continuo spostamento di prospettiva della visione sul mondo.

Così nel lungo collage sonoro di “Hard Drive”, sospeso tra spoken word e un loop dalle contaminazioni jazzy, Cassandra utilizza la registrazione di una conversazione con una guardia che vigilava l’esposizione “Phenomenal Nature” della scultrice indiana Mrinalini Mukherjee al Met Breuer Museum di New York. La donna le si era avvicinata, le aveva rivolto la parola e offerto spontaneamente un overview personale riguardo alla mostra. Entrano poi in scena un contabile, l’istruttore di guida e infine la medium e amica Perry, le cui soprannaturali abilità terapeutiche si manifestano in una ripetuta conta fino a tre capace di sanare il cuore ferito della protagonista. Il guizzo poetico, davvero da pelle d’oca, consiste qui proprio nel cedere le redini della narrazione al personaggio di Perry e renderlo, tramite le frequenti allocuzioni, il corifeo di un potente rituale di guarigione collettivo, che non coinvolge solo Cassandra, ma chiunque si trovi in ascolto.

Al di là del nome dell’esposizione d’arte a cui il titolo del disco allude, in “An Overview On Phenomenal Nature” il legame con la natura si ritrova sia esplicitato in alcuni sprazzi lirici sia sotteso ad alcune precise scelte sonore. In “New Bikini” si fa riferimento alle virtù taumaturgiche dell’acqua oceanica, mentre nella luttuosa “Ambiguous Norway” il ricordo di David si manifesta fantasmaticamente in una simbiosi con lo spazio circostante: “No matter where I go/ You’re gone, you’re everywhere”.

Sul piano sonoro, invece, eccettuata la canzone iniziale “Michelangelo”, in bilico tra indie-folk e folk-rock elettrificato, si riscontra una forte coesione basata su delicate suggestioni ambientali. Gli accordi di chitarra acustica e i tintinnii di quella elettrica, i tappeti di tastiere e archi, le vaghe note di pianoforte e le soffuse linee melodiche di sassofono si espandono per tutto l’album in un paesaggio indefinito e astratto, che avvolge la concretezza fisica dei personaggi e si fonde e si intreccia con la loro dimensione spaziale.

Nella ballata “Crosshairs” l’introspezione avviene per mezzo dell’esperienza sensibile e durante il confronto tra dentro e fuori, tra presente e assente, emerge improvvisamente dalla coltre vaporosa una nuova figura, una nuova voce. È quella di una chitarra elettrica che con un assolo dai toni elegiaci cerca di inserirsi in questo dialogo sotterraneo e sembra mimare le numerose sfumature interiori della personalità cantate da Cassandra. Ma la più emblematica fusione tra l’ambiente musicale e quello naturale si trova nella lunga meditazione conclusiva, “The Ramble”. Si tratta di un’immaginaria passeggiata attraverso Central Park durante la quale il bosco e la fauna si mescolano agli elementi umani. I suoni del parco, registrati dalla musicista durante il lockdown primaverile, si sovrappongono alle parti strumentali e ne nasce una perfetta e autentica commistione capace forse di cogliere il respiro segreto di un pianeta in cui cultura e natura non rappresentano più in alcun modo una dicotomia contrastiva.

La pace di questa camminata tra la vegetazione di una New York privatasi della sua frenesia si respira in tutto il disco. Nate in un contesto dolorosamente amaro, le canzoni di “An Overview On Phenomenal Nature” rimangono fortemente intrise di quelle virtù curative che hanno verosimilmente alleggerito il cuore della musicista durante la fase di composizione. Mai le onde dell’Atlantico sono state così carezzevoli nello schiantarsi contro gli scogli norvegesi, mai i cinguettii di Central Park così dolci nel risuonare tra i rami come lo sono nella musica di Cassandra Jenkins. Una musica che penetra dentro ossa e carne e risuona a lungo in quelle più intime cavità corporee in cui dimora il nostro animo.

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