The Doors - The Doors (1967)
La storia di oggi inizia a Los Angeles: un ragazzo appena diplomato alla scuola di cinematografia della UCLA incontra sui banchi dell’Università un altro ragazzo, che coltiva l’idea di fare il musicista, e gli racconta dei suoi sogni musicali, di cosa vorrebbe dire in un disco. I due giovani in questioni sono Jim Morrison e Ray Manzarek. Morrison è figlio di un ammiraglio della marina americana, Manzarek è di Chicago ed è a Los Angelesper studiare e per cercare fortuna con un piccolo gruppo blues, Rick & The Ravens, dove suona con i suoi due fratelli. Morrison gli parla di teatro, poeti francesi, cinema, ma Manzarek lo convince a mettere su una band. Scelgono un chitarrista, Robbie Krieger, appassionato di flamenco e di chitarre bottleneck (un cilindro cavo di metallo da infilare al dito e che, fatto scorrere sulle corde conferisce un suono particolare) e un batterista, John Densmore, innamorato del jazz. Nasce così la nuova band a cui Morrison dà il nome The Doors, da un libro di di Aldous Huxley Le porte della percezione (The Doors of Perception) del 1954 in cui è citato William Blake :”Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all'uomo com'è: infinita”. Iniziano nel 1965 a suonare nei locali, e il primo ingaggio importante è al Whisky A Go Go, locale di musica rock che terrà a battesimo alcune tra le più leggendarie band dell’area losangelina: i loro concerti sono ricordati soprattutto per una canzone, con una parte quasi teatrale, che parla dello strazio della guerra del Vietnam e che ricorda il mito di Edipo. La voce che ci sia una nuova sensazione in città arriva a Jac Holzamn, boss della Elektra, che ingaggia il gruppo. Li manda ai Sunset Boulevard Studios sotto le cure di Paul A. Rothchild: il 4 gennaio del 1967 esce The Doors, uno dei più grandi album di debutto di tutti i tempi. La band esprime un suono caldo, che sa di emozione e turbamento, sesso e poesia, allucinazioni e sogni, caratterizzata da tre fattori principali: per molti mesi cercarono un bassista, ma nessuno li convinse più di tanto, Manzarek aggiunse un Fender Rhodes sopra l’amplificatore delle tastiere e suonava “linee di basso”; le passioni personali, il flamenco di Krieger, la musica classica con una predilezione per Bach di Manzarek e il jazz modale di Densmore finirono tutte per influenzare struttura, assoli e composizione dei bravi; e poi c’era Jim, dalla voce calda e riconoscibile, piena di carisma, fascino, di Rimbaud, di miti e epiche leggende. L’album si apre con i tre minuti proto hard rock di Break On Through (To The Other Side), torrido e fantasmagorico, che ha echi di bossa nova (altra passione di Densmore); poi Soul Kitchen è già più calma, The Crystal Ship fu scritta da Morrison per una sua fidanzata, Mary Werbelow. Twentieth Century Fox fa da apripista alla prima cover, Alabama Song del duo Bertolt Brecht e Kurt Weill, che spiega appieno la voglia anche di musica “recitativa” che aveva Morrison. Il lato a si chiude con una delle canzoni del secolo: Light My Fire, che trascinerà il disco in cima alle classifiche, è una ballad sensazionale che esprime appieno lo stile Doors: psichedelica, con una parte centrale di chiara influenza jazz, nella versione radiofonica fu pesantemente tagliata per favorirne i passaggi, perdendo però tutta la sua selvaggia forza espressiva e musicale. Il lato b è meno suggestivo, nonostante la ripresa di Back Door Man (Willie Dixon - Howlin’ Wolf), la perfettamente losangelina I Looked At You, End Of The Night, che nel testo si ispira a Viaggio al termine della notte di Celine, Take It As It Comes prelude invece ad altro brano clou, quello per cui nei club divennero famosi: The End è un raga rock di oltre undici, ipnotici, minuti, dove in pratica la band improvvisava e Morrison inventava un testo, nelle esibizioni dal vivo spesso cambiandolo ogni volta. Tra decadentismo, la poesia Beat, Blake, Nietzsche, urla, rumori e incubi, si apre con una invocazione “This is The End, my only friend The End” che rimanda a quelle dei cantori classici e che nel suo sviluppo diviene jam session, sogno, recitazione fin quando arriva la definitiva parte declamata: “L'assassino si svegliò prima dell'alba, si infilò gli stivali\Prese una maschera dall'antica galleria\E camminò lungo il corridoio\Entrò nella stanza dove viveva sua sorella e poi\Fece visita a suo fratello e poi\Proseguì lungo il corridoio\E giunse a una porta e guardò all'interno\Padre? Si figliolo? Voglio ucciderti\Madre, voglio...” e qui si apre il Mito: perchè sebbene censurata sul disco, dal vivo, rifacendosi al mito di Edipo Re, Morrison spesso declamava “fuck you all nite long”. La canzone tra l’altro ha uno dei più celeberrimi assoli di chitarra del rock, di Krieger, spesso messo in ombra dal duo Morrison \ Manzarek ma chitarrista sopraffino. Il successo è fragoroso, tanto che la Elektra li spinge in studio per partorire, è proprio il caso di dirlo, nove mesi dopo Strange Days. Rimane un esordio sconvolgente, che apre un anno, il 1967, per la musica eccezionale e irripetibile, di una band che segnerà il maniera decisiva lo sviluppo musicale del rock americano (i primi, con i Velvet Underground, ad avere una formazione scolastica superiore, e si vede nei testi e nei riferimenti): con quello che succederà verranno un po’ oscurati, dal punto di vista musicale, da quello iconico e iconoclasta di Morrison, anche per la sua prematura scomparsa: sono una band fondamentale e da riscoprire con più attenzione ai dettagli, lasciando da parte l’aura leggendaria che li circonda.
Commenti
Posta un commento