Genesis: C'era una volta il progressive
C'era una volta il progressive, un impasto di musica classica, rock e jazz che raggiunse il proprio apice nei tardi anni '60. Strutture musicali maestose, cangianti, immaginifiche; concept album costruiti come vere e proprie sinfonie, e una manciata di band (Van Der Graaf Generator, King Crimson, Gentle Giant, Emerson Lake & Palmer, Jethro Tull) passate alla storia come alfieri del genere.
E poi c'erano i Genesis.
La storia dei Genesis inizia nel 1967 alla Charterhouse, una prestigiosa istituzione scolastica privata con sede a Godalming, nella contea del Surrey. In pieno boom psichedelico e ancora adolescenti, Peter Gabriel, Tony Banks, Chris Stewart, Michael Rutherford e Antony Philips fanno i primi tentativi musicali: la band si chiama Anon e il repertorio è inizialmente limitato alle cover dei grandi successi dei Rolling Stones.
Il produttore e astro nascente del pop Jonathan King intuisce le potenzialità del gruppo e li spinge a comporre brani originali. Prontamente ribattezzati Genesis, i cinque (Banks alle tastiere, Gabriel alla voce e flauto traverso, Rutherford al basso elettrico e chitarra a 12 corde, Phillips all chitarra elettrica e Chis Stewart alla batteria) iniziano a esibirsi dal vivo, mantenendosi con una paga di 10 sterline alla settimana. Non potendo permettersi di dormire in albergo, rincasano a Londra dopo ogni concerto. Si rivelerà una utile palestra di vita: negli anni successivi i loro spettacoli diventeranno una grandiosa e bizzarra sarabanda di maschere e costumi, ma senza costare quasi nulla.
Questa prima formazione produce due dischi: l'oscuro From Genesis to Revelation (1969) e l'inquietante, ma promettente Trespass (1970). La linea artistica del gruppo è acerba ma ben delineata: un rock progressivo, spesso mistico, con ampie aperture al sinfonico e i testi - onirici, pieni di doppi sensi e allitterazioni - che giocano con personaggi mitologici immersi nella realtà di oggi.
Un rapido cambio di formazione con Steve Hackett alla chitarra e Phil Collins alla batteria (che vanno a sostituire Anthony Phillips e John Mayhew) e arriva la svolta di Nursery Cryme (1971). Troppo in anticipo sui tempi, l'album è un fiasco commerciale, ma definisce il genere: brani lunghissimi, immaginifici e ambiziosi come The musical box e Supper's ready diventano imprescindibili cavalli di battaglia dal vivo, così come le bizzarrie di Steve Hackett, che suona da seduto, e le strepitose performance di Peter Gabriel che cambia in continuazione maschere e vestiti di scena.
I Genesis diventano il prototipo di un nuovo modo di intendere la musica rock.
L'album, così come il successivo Foxtrot (nel 1972), ha un accoglienza tiepida sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. La band è in crisi, sull'orlo dello scioglimento. I buoni successi nell'Europa continentale la salvano dall'abisso. È soprattutto l'Italia a rivelarsi, anche per tradizioni culturali, il paese più ricettivo verso il progressive. E sarà proprio l'Italia a lanciare i Genesis nell'olimpo del rock mondiale.
Selling England by the pound esce nel settembre del 1973 e diventa non solo il capolavoro della band, ma una vera e propria pietra miliare nella storia del rock.
Otto tracce di musica fervida e coloratissima che, come una inaspettata macchina del tempo, proiettano l'ascoltatore verso epoche remote, immergendolo in un mondo diverso, popolato da draghi e fate, castelli e giardini verdissimi (come testimonia in modo incisivo la copertina). Con la sua particolare grazia interpretativa, Peter Gabriel saltella come un folletto da un brano all'altro, Steve Hackett ricama disegni sonori in completa libertà e Phil Collins -. la batteria come un cuore palpitante - rende le linee ritmiche il fulcro emotivo di ogni brano.
Nel 1974 esce The lamb lies down on Broadway, album doppio tutto concentrato sulla storia di un giovane pittore di strada di origini portoricane ambientata in un allucinante inferno metropolitano (forse New York?). Questo album, tutto costruito attorno al personaggio di Peter Gabriel, segna anche la definitiva rottura del giocattolo Genesis.
Nei primi mesi del 1975, Gabriel decide di abbandonare il gruppo per sottrarsi agli ingranaggi dello show business e prendersi una pausa di riflessione prima di lanciarsi in una fortunata carriera solista. E’ Collins, a quel punto, ad assumersi il ruolo di cantante e leader di una macchina ormai ben lanciata sulla via del successo. La successiva puntata della saga, A Trick Of The Tail (1976), supera abbondantemente in termini di vendite tutte le uscite precedenti.
Quando anche Hackett abbandona la band nel 1977, il nucleo creativo del gruppo si consolida in un trio, così come spiega il titolo dell'album dell'anno seguente ... And Then There Were Three, nel quale Rutherford suona sia la chitarra solista che il basso.
Nonostante l'avvento del punk, e malgrado la virata verso un più quieto pop, i Genesis sono ancora una forza con la quale bisogna fare i conti. Anche senza la grande presenza scenica di Gabriel, il gruppo continua a stabilire nuovi primati con i propri spettacoli: il tour mondiale del 1981-82 registra record assoluti di affluenza in Nord America, presentando il rivoluzionario impianto di luci Vari-Lite. Dieci anni dopo i Genesis sono la prima band a impiegare negli stadi gli schermi giganti ad alta definizione Sony Jumbotrons.
Gli anni Ottanta sono il decennio di maggiore successo commerciale: l’album del 1986, Invisible Touch, porta 5 singoli nella Top Ten della classifica americana; l’anno successivo i Genesis sono votati gruppo dell'anno nel referendum del lettori di Rolling Stone.
Dopo una pausa dedicata a seguire progetti individuali, i tre superstiti si riuniscono nel 1991 per registrare We Can’t Dance, che con oltre 10 milioni di copie vendute diventa il loro maggiore successo commerciale.
Nel 1996 Phil Collins, che ha già avviato una fortunata carriera solista, lascia ufficialmente la band e viene rimpiazzato da Ray Wilson, cantante scozzese degli Stiltskin, con cui il gruppo pubblica l'incolore Calling All Stations (1997).
Seguono anni sbiaditi in cui si inseguono voci di reunion. Fino al nel 2006, quando il trio Banks, Rutheford e Collins annuncia con una conferenza stampa un tour per l'estate dell’anno successivo. Il 14 luglio 2007 i Genesis si esibiscono gratuitamente al Circo Massimo di Roma davanti a quasi mezzo milione di persone.
Nel 2010 la formazione entra nella Rock And Roll Hall Of Fame.
I problemi fisici di Collins, che per alcuni anni gli impediscono di suonare a livello professionale, sembrano mettere fine alla storia del gruppo. La formazione classica a cinque (Gabriel, Collins, Banks, Hackett, Rutherford) si riunisce nel 2014, ma solo per il documentario della BBC Genesis: together and apart.
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