Smashing Pumpkins, Guida per principianti
Chi è cresciuto negli anni Novanta non può non ricordarsi degli Smashing Pumpkins. Insieme ai Nirvana, ai Pearl Jam e a pochissimi altri, sono stati la band di alternative rock più famosa della scena americana, ma a differenza della maggior parte dei loro colleghi i testi e il suono erano sorprendentemente profondi e raffinati, seppur apparentemente grezzi.
Guidati dalla figura carismatica di Billy Corgan, gli Smashing Pumpkins in quei dieci anni hanno avuto una carriera straordinaria, in declino, purtroppo, già all’inizio degli anni 2000, a causa dei litigi e delle tensioni all’interno del gruppo.
Le “Zucche” nascono dall’incontro, alla fine degli anni ’80, a Chicago, di Billy Corgan e James Iha. Sono loro due in un primo momento a costituire la band, aiutandosi con una batteria elettronica. Dopo si aggiungeranno anche la bassista D’arcy Wretzky e il batterista Jimmy Chamberlin.
I primi pezzi propongono sonorità affini al metal e ricreano atmosfere cupe e pesanti. Distinta anche l’influenza del grunge che comincia a muovere i primi passi oltreoceano, che accomuna i Soundgarden, i Nirvana e i Pearl Jam.
Il loro primo album, del 1991, si intitola Gish e trae ispirazione dall’attrice del cinema muto Lillian Gish. Corgan, in una vecchia intervista al Chicago Tribune, ricorda così la scelta del titolo: “Mia nonna mi diceva che una delle cose più memorabili che le fossero capitate nella vita era il giorno in cui Lillian Gish era passata in treno per il suo paesino. Mia nonna viveva in mezzo al niente, questo spiega la specialità dell’evento”.
Il produttore dell’album è lo stesso di Nevermind dei Nirvana. L’accoglienza è eccezionale, conquistando una fetta di pubblico dell’alternative rock che aveva bisogno di risentire un certo tipo di sonorità aspre e dure. Nell’album si alternano pezzi hard rock e altri più psichedelici. La voce di Billy Corgan già è un marchio di fabbrica.
Aprono i concerti dei Red Hot chili Peppers. La strada però è subito in salita, arrivano le prime tensioni, soprattutto a causa dei litigi tra James e D’arcy che in quel periodo avevano una relazione sentimentale.
Sempre con lo stesso produttore, nel 1993 gli Smashing Pumpkins registrano Siamese Dream, un disco che sorprende i primi fan della band. Ai brani più hard e scanzonati si aggiungono altri più profondi e ricercati.
Questo lavoro si può definire a tutti gli effetti il loro primo successo. È una fusione di vari generi, dal rock al dream pop e poi il progressive e il grunge. Già a quel tempo viene apprezzato dalla critica, ma oggi è riconosciuto come uno dei più importanti degli ultimi anni.
I testi sono delicati e malinconici e trattano temi più difficili rispetto al precedente, come ad esempio la depressione di cui aveva sofferto Billy prima dell’uscita dell’album. Una canzone ad esempio è dedicata al suo fratellastro Jesse Anderson, affetto da autismo.
Dopo l’ottimo Siamese Dream, esce un terzo album difficile da chiamare tale. Fatto solo di B-Side e materiale scartato dai precedenti lavori. Il disco senza aggiungere molto al lavoro della band dà uno sguardo più ampio ai loro fan. All’interno sono presenti anche due cover, una degli Animals e una dei Fleetwood Mac.
Gli Smashing Pumpkins sono a metà degli anni Novanta uno dei gruppi di riferimento della scena mondiale: guidano le line-up dei maggiori concerti rock. È un periodo d’oro, nel 1995 danno alle stampe il loro album più importante, bello e rivoluzionario. Anzi due: il monumentale doppio disco Mellon Collie And The Infinite Sadness.
Le tracce spaziano dalla malinconia e dalla calma fino alla furia e alla potenza. È l’album degli opposti. Per fare solo un esempio: si possono forse trovare due inni del rock che saranno, nei loro contrapposti stili, cantati, suonati e amati da milioni di appassionati negli anni. “Bullet With Butterly Wings” e “Tonight, Tonight”.
L’album si contraddistingue per essere un concept, dove si segue una giornata tipo di un ragazzo partendo dall’alba al tramonto prima e passando dal crepuscolo alla notte poi. Le liriche sono “un classico esempio del pessimismo giovanile di quegli anni”. Oggi i critici lo ascoltano come un’antologia di 40 anni di musica rock e lo hanno inserito nelle classifiche dei migliori album di sempre.
Un’altra volta, il momento dell’apice coincide con quello più difficile. Il 12 luglio del 1996 muore in un albergo di New York il turnista alla tastiera Jonathan Melvoin, per eroina. Jimmy Chamberlin, anche lui tossicodipendente che si trovava lì in camera, riesce a salvarsi per miracolo. La band decide di sostituirlo. Niente di peggio per ricominciare a lavorare al nuovo album, Adore, che vedrà la luce nel 1998.
Il batterista per l’occasione viene sostituito da basi ritmiche e batterie elettroniche. Ma non è l’unico problema per la band. Durante il tour di Mellon Collie muore la madre di Corgan.
L’album nonostante la sua genesi così travagliata riesce a trasformare tutta la tensione e il dolore in musica e ne viene fuori un’opera ancora una volta diversa dalle precedenti, intimista e complessa.
Si sente un suono schiettamente anni Ottanta che riprende la corrente new wave dei Cure, dei Depeche Mode e dei New Order. È un disco brillante e ancora oggi, purtroppo, fortemente sottovalutato. Il rischio di osare sempre. I fan accolgono tiepidamente il lavoro e la critica, senza alcun motivo, parla di un declino creativo della band.
In effetti i problemi interni del gruppo si fanno sempre più accesi. Torna Chamberlin, disintossicato, ma la bassista lascia per dedicarsi, dice, alla carriera di attrice. Ma non è questa la verità, Corgan anni dopo confesserà che D’arcy è una tossicodipendente. Viene sostituita da Melissa Auf der Maur, ex bassista delle Hole.
Nel 1999 esce Machina, The Machines of God. Anche questo è ideato come un concept album, e anche stavolta, come nei lavori precedenti, si può ascoltare un altro forte cambiamento di suono. L’album però, per chi è stato abituato troppo bene da Corgan e soci, risulta privo di mordente. Il momento d’oro degli Smashing Pumpkins sembra essere finito, in fondo sono stati loro stessi ad autodistruggersi. L’album non ottiene il successo sperato e si sciolgono.
Al loro ritorno, nel 2007, dopo alcuni tentativi fallimentari solisti e paralleli di Corgan, gli Smashing Pumpkins non saranno più gli stessi. Della band originale rimangono soltanto Corgan e il batterista. L’album, Zeitgeist, a parte qualche traccia che ricorda i migliori Pumpkins, è lontano anni luce dal lavoro svolto negli anni Novanta. Anche i lavori successivi, Oceania e Monuments to an Elegy, anche se a marchio Smashing Pumpkins in realtà sono un’altra storia, che per rispetto di ciò che è stato fatto, qui non trova posto.
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