PFM, Guida per principianti

La PFM—acronimo di Premiata Forneria Marconi—è uno dei gruppi progressive italiani più famosi di sempre, in attività ormai da quasi 50 anni. Celebre per aver varcato i confini nazionali ed essere finita nelle classifiche di Billboard, e per la collaborazione dal vivo con Fabrizio De André, la PFM ha sempre coniugato uno stile simile a gruppi prog come i King Crimson a un gusto melodico italiano.

Nonostante forse non sia fra i gruppi più celebrati nel nostro paese per quanto riguarda la musica rock—rispetto ad artisti che hanno seguito e seguono stili più classici—all’estero gode di grande stima: nel 2015 la prestigiosa rivista inglese Classic Rock, ha inserito la PFM al Cinquantesimo posto tra i 100 migliori artisti Prog di tutti i tempi.

La PFM è nata nel 1971, in seguito all’evoluzioni di due complessi originari—i Quelli e i Krel—che durante la seconda metà degli anni Sessanta si erano fatti notare nel panorama discografico italiano per la grande perizia tecnica e il virtuosismo nel comporre gli arrangiamenti. Verso la fine di questo decennio, infatti, i componenti della PFM erano spesso ingaggiati per accompagnare nei concerti italiani gruppi stranieri come Deep Purple e Yes.

Nel 1972, un anno dopo la formazione e l’uscita del primo singolo—La carrozza di Hans/Impressioni di settembre—la PFM pubblica l’album d’esordio: Storia di un Minuto.



Il primo disco riceve un’accoglienza ottima, sia di critica che di pubblico, e spinge la band a iniziare un periodo di produzione forsennata. Nel giro di sei anni, infatti, escono sette album: Per un amico, Photos of Ghosts, L’isola di niente, The World Became the World, Chocolate Kings, Jet Lag, e Passpartù.

Durante tutto questo periodo, la band porta fino in fondo le linee guida del proprio stile: sperimentano tutte le involuzioni della musica prog, sulla falsa riga compositiva di gruppi come Jethro Tull e Deep Purple. In Italia, nonostante la grandissima considerazione della critica, il pubblico non apprezza la PFM come succede all’estero: in Inghilterra, ad esempio, cominciano ad essere estremamente noti, e l’album live Cook —che contiene le loro migliori esibizioni live in tutto il mondo—entra (come anticipato) in classifica su Billboard.



Nel 1978 esce infine l’album Passpartù, che riporta le sonorità della PFM a influenze maggiormente italiane. In questo periodo, poi, la band entra in contatto con Fabrizio De André—con cui aveva collaborato ai tempi del gruppo Quelli—e insieme decidono di compiere un grande tour. Da questa unione, nasceranno alcune perle musicali immortali: celebre, ad esempio, è la versione prog del brano Il Pescatore.



Grazie anche a questa collaborazione con il cantautore genovese, la PFM comincia ad ottenere successo anche in Italia: gli album degli anni Ottanta—Suonare suonare, Come ti va in riva alla città, PFM? PFM!, Miss Baker—riescono ad entrare nelle classifiche italiane nonostante il fatto che la musica prog sia ormai passata di moda.



Nel 1987, però, a causa di una serie di dissidi interni, il gruppo decide di prendersi un pausa. Questa parentesi è destinata a durare a lungo: prima della reunion in studio, infatti, passano circa 10 anni. Nel 1997, quasi inaspettato, viene pubblicato l’album Ulisse.



Il pubblico risponde con grande entusiasmo al ritorno, e nei vent’anni successivi la band si assicura un pubblico molto affezionato: a partire dal 2000 la PFM pubblica altri cinque album, l’ultimo dei quali—PFM in Classic – da Mozart a Celebration—nel 2013.

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