Richard Thompson - Still (2015)

di Salvatore Esposito

Figura centrale per la nascita del folk-rock inglese e con alle spalle una discografia ormai corposissima, Richard Thompson, prosegue con entusiasmo e convinzione il proprio percorso artistico, animato da una curiosità febbrile nel ricercare sonorità nuove, dando alle stampe “Still”, disco nato dalla collaborazione artistica con Jeff Tweedy, il quale ne ha curato la produzione. Inciso lo scorso inverno nell’arco di nove giorni presso l’ormai celebre “Loft” di Chicago, fucina creativa dei Wilco, l’album raccoglie dodici brani (a cui si aggiungono i cinque brani inediti dell’Ep “Variations” dell’Edizione Deluxe) che nel loro insieme rappresentano un ulteriore piccola rivoluzione copernicana nella carriera del chitarrista e cantautore inglese, vedendolo rimettersi nuovamente in gioco, dopo la collaborazione con Buddy Miller in “Electric”. Rispetto proprio a quest’ultima la forte personalità di Thompson sembra quasi addomesticarsi nel confronto con Tweedy, e non è un caso che lo stesso cantautore inglese abbia rimarcato come il suo apporto sia stato determinante per la riuscita del disco. Accompagnato dagli ormai inseparabili Michael Jerome (batteria) e Taras Prodaniuk (basso) il chitarrista inglese, non manca di incrociare la propria chitarra con quella di Jeff Tweedy e Jim Elkington alle chitarre dando vita ad una serie di brani di incredibile bellezza. Si parte dalle tessiture acustiche delle iniziali “She Never Could Resist a Winding Road” e “Beatnik Walking”, tra le composizioni più belle e meglio riuscite degli ultimi anni, per raggiungere prima la divagazione elettrica della trascinante “Patty Don't You Put Me Down” e poi la sofferta “Broken Doll”. La pungente “All Buttoned Up”, ci schiude le porte al cuore del disco, dove scopriamo la malinconia sofferta di “Josephine”, la lezione magistrale di storia del folk rock con “Long John Silver”, e quel gioiellino che è “Pony In The Stable”, che rappresenta uno dei brani più accattivanti di tutto il disco. La dolcissima richiesta d’amore “Where’s Your Heart” e la quanto mai attuale “No Peace No End” ci conducono verso il finale con “Dungeons For Eyes” e la coinvolgente scorribanda chitarristica “Guitar Heroes”. “Still” è la dimostrazione di come Richard Thompson sia tra i pochi mostri sacri del rock in grado ancora di sapersi rinnovare nel confronto con altri produttori, e nonostante il suo approccio al songwriting sia ormai un marchio di fabbrica, i suoi dischi hanno ancora tanto da darci. Assolutamente consigliato! (Mia valutazione: Distinto)

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