Johnny B. Goode - Chuck Berry (1958)

Chi non ha mai cantato in coro, almeno una volta: «Go go / Go Johnny go! / Go / [...] / Johnny B. Goo-de!»? Johnny era un grande amico musicista di Chuck Berry (l'amicizia non gli impedirà di intentargli causa per ottenere un po' di soldi per i diritti d'autore), Johnny Johnson. Goode Avenue era il nome della via dov'era nato, a Saint Louis. Per dare un tocco di eccentricità, Berry aggiunse un middle name con iniziale puntata e il gioco era fatto. Era nato il personaggio, ora si trattava di dare il via alla storia. «Chuck», si gira. Johnny B. Goode è una delle canzoni memorabili del padre del rock 'n roll, con un riff che è entrato nella storia, anche se in pochi si accorsero che era stato rubato nota per nota da Ain't That Just Like a Woman di Louis Jordan. Chuck Berry, fiero della sua negritudine, ma ancora di più del suo conto in banca, decise di cambiare un verso che avrebbe potuto procurargli dei problemi con le emittenti radiofoniche bianche, così il «little colored boy can play» («il ragazzino nero sa suonare») divenne «a country boy [...] could play» («il ragazzino di campagna sapeva suonare»). Nel 1977 la Nasa ha mandato Johnny B. Goode in orbita su un Voyager per rappresentare la cultura americana, nel caso che civiltà extraterrestri vogliano scoprire il rock'n' roll. Da qualche parte, lassù, Chuck Berry sta ridendo e provando la sua duck walk. Sai che scontro, tra un alieno di Marte e Chuck che cammina come un'anatra...

(M. Cotto - da Rock Therapy)

 

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