Primal Scream - More Light (2013)

di Stefano Gilardino

Lo conferma lo stesso Bobby Gillespie in chiusura di disco, It’s Alright, It’s OK, a testimonianza di un ritorno alla forma che forse solo i fan più accaniti si potevano aspettare. Raggiunto l’apice della propria carriera con il capolavoro Screamadelica – un album che riascoltato oggi mostra qualche pausa di troppo, a racconta alla perfezione quel periodo, fatto di estremo crossover tra rock ed elettronica e di un costante stato di stupore chimicamente indotto – i Primal Scream avevano poi continuato a macinare dischi con buona costanza, assorbendo influenze lungo la strada, dagli Stones al kraut rock, alternando lavori brillanti come XTRMNTR ad altri decisamente meno ispirati come gli ultimi in ordine cronologico. Pochi si erano accorti dell’uscita di Beautiful Future («un disco cinico e disilluso», ricorda lo stesso cantante), ma siamo certi, invece, che sarà l’esatto contrario per questo nuovo lavoro, decisamente più positivo e introdotto da un magnifico singolo come 2013, oltre nove minuti giocati su un groove che incorpora il senso motoristico del kraut, il glam dei Roxy Music e la solita incredibile abilità dei Primal nel rendere personale ciò che è scippato dal catalogo di altre band. Migliore antipasto davvero non poteva esserci – e pure la già citata It’s Alright, It’s OK, secondo singolo in odore di Stones, non è male – e l’ascolto completo e ripetuto di More Light conferma che, stavolta, siamo davanti a un comeback coi fiocchi, con tredici pezzi che viaggiano senza cedimenti e dipingono alla perfezione l’universo sonoro della coppia Gillespie/ Innes.
Prodotto in maniera brillante da David Holmes, il disco è un ottimo esempio di ciò che abbiamo già ricordato in precedenza, ovvero di come il gruppo britannico sia capace di incorporare intuizioni altrui rendendole proprie, un abilità che crediamo sia da attribuire a un genuino e maniacale amore per la musica, i vinili e il collezionismo. More Light potrebbe essere la summa definitiva di tutto il mondo Primal Scream: sfaccettato, estremo e molto ricco.
Come di consueto, i Nostri non si sono fatti mancare nulla, chiamando amici e musicisti a raccolta per ottenere un risultato ancora più variopinto: Elimination Blues vede la partecipazione alla voce di una leggenda come Robert Plant - «ha una voce incredibile anche dopo tutti questi anni,
ed è grosso il doppio di me, con un torace impressionante. È il suo segreto», sempre Gillespie -, mentre su Culturecide Mark Stewart (Pop Group, Maffia) ricambia il favore che gli fece Bobby quando duettò con lui su Autonomia, lo scorso anno. Si va da altri nomi da storia della musica, come la Arkestra di Sun Ra, bloccata a Londra per via delle ceneri del vulcano islandese due anni fa e subito trascinata in studio per registrare alcuni arrangiamenti, a perfetti sconosciuti come il sassofonista di Hit Void, un pezzo che omaggia gli Stooges di Funhouse («L’intento era quello e così abbiamo chiamato questo musicista di strada che era fuori dallo studio per registrare una parte di sax. L’unica indicazione che gli abbiamo dato era: “fai qualcosa di fuori di testa”»).
Ora sta a voi scoprire il resto, tra ballate suadenti, pezzi rock classici, molta elettronica e una media compositiva generale di altissimo livello, la più bella sorpresa del disco. E, a conferma dell’entusiasmo che si respira anche in casa PS, saranno ben nove su tredici i brani che finiranno nel prossimo live set, a contendersi gli onori del pubblico tra classici come Loaded e Kowalski. (3,5/5 voto mio)

Commenti

  1. Gran bella recensione..
    Non me li ricordavo proprio..
    Grazie di cuore!+++++++

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