Mary Chapin Carpenter, Julie Fowlis, Karine Polwart – Looking for the Thread (2025)

 di Maria Macchia 

Dieci canzoni come altrettante perle di una raffinata collana, inanellate in un filo che collega idealmente gli Stati Uniti alla Scozia e le sonorità celtiche a quelle del cantautorato americano: ecco, in sintesi, “Looking for the Thread”, preziosa release dell’inedito trio composto da Mary Chapin Carpenter, Julie Fowlis e Karine Polwart.

La genesi dell’album risale ai tempi della pandemia: durante il lockdown, a causa della lontananza forzata dai palchi, la pluripremiata songwriter statunitense era alla ricerca di un nuovo progetto in cui canalizzare la propria energia creativa. Si è così rivolta a Fowlis e Polwart, due apprezzate cantautrici scozzesi che seguiva da tempo, per uno scambio di idee musicali a distanza. Spinte dall’ammirazione reciproca, le tre artiste si sono poi incontrate non appena possibile a Kinlochmoidart House, nel nord della Scozia, per iniziare a comporre insieme.

Dopo una seconda sessione di scrittura all’inizio del 2024, le dieci canzoni nate dalla collaborazione sono state registrate nei Real World Studios di Box, in Inghilterra, con Josh Kaufman (Bob Weir, The National, The Hold Steady) alla produzione e un ensemble di musicisti di alto livello: Rob Burger (pianoforte, organo, fisarmonica, tastiere), Chris Vatalaro (batteria, percussioni), Cameron Ralston (basso), Caoimhin O’Raghallaigh (hardanger d’amore) e lo stesso Kaufman alla chitarra e alle tastiere.

Il disco contiene brani scritti da tutte e tre le artiste, che si alternano nell’interpretazione. La vocalità suadente e dai toni sognanti di Fowlis e Polwart contrasta piacevolmente con quella più ruvida di Carpenter, spesso sovrapponendosi in ricercate armonie e gli strumenti della tradizione (violino a 10 corde, tin whistle, fisarmonica) intessono pregevoli trame sonore insieme agli altri timbri, tra i quali spetta un ruolo di primo piano alla chitarra acustica.

L’opener Gradh Geal Mo Chridhe è un brano tradizionale gaelico registrato per il funerale di Fergie MacDonald, famoso fisarmonicista scozzese scomparso lo scorso anno, e si caratterizza per l’impalpabile tappeto sonoro di pianoforte e percussioni su cui si appoggiano le voci. A seguire, una nostalgica ballad firmata da Carpenter, A Heart That Never Closes, con un avvolgente andamento a spirale. Interessante è il tentativo delle artiste di raccontare storie di vita da punti di vista inediti: in Rebecca, scritta da Karina Polwart, l’io lirico è un faggio centenario vittima dell’incuria umana; in Silver in the Blue Fowlis dà voce ad un salmone atlantico impegnato in un viaggio di mille miglia in cui è la luna a fare da guida; dedicata ad un uccello migratore è You Know Where You Are, composta a quattro mani da Polwart e Pippa Murphy, sua collaboratrice abituale; in Satellite, infine, l’insolita protagonista è una navicella spaziale che, dopo 37 anni di navigazione, viene abbandonata al proprio destino anziché essere riportata sulla Terra. Notevoli sono, in tutti questi brani, le liriche, di grande intensità poetica.

Flauto e archi si intrecciano intorno a onde di pianoforte nella cupa e riflessiva title track, un’ode all’atto di unirsi agli altri per “cercare il filo” che lega insieme tutti gli esseri. Delicati accordi di chitarra accompagnano Hold Everything, una meditazione sulla transitorietà della vita e sull’importanza di tenere strette a noi le persone care e tutto ciò che amiamo, poiché non sappiamo che cosa ci riserva il futuro. Dopo un’altra rilettura di un tradizionale gaelico, la malinconica Buidheann Mo Chridhe Clann Ualraig nell’appassionata interpretazione di Fowlis, l’album si chiude con l’invito di Carpenter a non lasciarci andare e diffondere amore intorno a noi (Send Love) nei momenti di smarrimento e di disperazione.

“Looking for the Thread” è un lavoro in cui il talento di tre cantautrici diverse per formazione e percorso artistico ma accomunate da “affinità elettive” e da profonda sensibilità ha dato vita ad una sequenza di brani di grande atmosfera, che condividono temi e ispirazioni quali il mondo della natura, la connessione tra tutti gli esseri viventi, il valore delle relazioni, le riflessioni sullo scorrere del tempo. La qualità del risultato è tale da lasciar auspicare che il sodalizio tra Carpenter, Fowlis e Polwart produca a breve nuovi frutti.

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