Raining in Baltimore - Counting Crows (1993)
Raining in Baltimore è lo scalpello più emotivo e malinconico, con un pianoforte da brividi e un'armonica struggente, che lavora sul monumento dei Counting Crows, band di San Francisco guidata dal grande
Adam Duritz. Centrifugano il rock che fu, ma non solo, perché anche soul, blues e folk vengono riveduti e neanche troppo corretti in una miscela accattivante e suggestiva come una luna che spunta dalla collina. Ci sono riferimenti alla Band (soprattutto nell'uso dell'organo) e a Van Morrison (anche nella voce), ai magici Little Feat di Lowell George e ai Byrds (nell'abitudine di sfruttare le chitarre con discrezione, ma senza rischiare colpi a vuoto), nonché, inevitabile per un gruppo di quel settore, ai Creedence Clearwater Revival.
Raining in Baltimore è quasi un'elegia, un canto di solitudine e di amore smarrito. Mentre piove su Baltimora e lei è lontana, quando i discorsi sul treno non significano nulla e c'è solo voglia di scomparire, le cose che mancano sono tre.
Raining in Baltimore è quasi un'elegia, un canto di solitudine e di amore smarrito. Mentre piove su Baltimora e lei è lontana, quando i discorsi sul treno non significano nulla e c'è solo voglia di scomparire, le cose che mancano sono tre.
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