The Rolling Stones - Beggars Banquet (1968)

Ciò che unirà i dischi di Luglio sarà una caratteristica simpatica: hanno avuto tutti le copertine censurate, tanto che ne pubblicherò spesso due, quella che sostituì l’idea originale e l’originale, che in molti casi verrà rispolverata e pubblicata in occasione di rimasterizzazioni, anniversari o cambi di formati. Il disco che inizia la piccola antologia di copertina controversie ne aveva una geniale, ma uscì con quella che vedete in alto: un bigliettino di invito, con tanto di Répondez s’il vous plaît in basso a sinistra. Un invito che la più irriverente rock band del mondo, proiettata già nel 1969 a detenere un ruolo fondamentale nella storia del rock, dava a tutti i suoi fans. Si giocò sull’idea del banquet del titolo per quest’idea, anche delicata, ma nulla aveva a che fare con la prima copertina, per me leggendaria e tra le più belle di tutti i tempi:

Secondo la leggenda, la foto originale fu scattata nel bagno di un concessionario di auto tedesche della California, a cui furono aggiunti irriverenti graffiti, sul retro, lo stesso muro conteneva i titoli delle canzoni del disco da Barry Finenstein. Non fu censurato per il “God Rolls His Own”, nemmeno per la freccia del Sogno di Bob Dylan che finisce sul manico dello sciacquone, ma perchè si intravedeva la tazza della toilet: non so dire perchè nei paesi anglosassoni ci sia questa fobia della tazza, ma la lista di copertine censurate o ritenute offensive solo perchè era visibile quel sanitario è sorprendente. Resta da dire del disco, che esce nel dicembre del 1968, che riporta il suono dei Rolling Stones nel solco del rock blues di cui sono gli indiscussi maestri, abbandonando i giochi psichedelici del precedente Their Satanic Majesties Request, disco un po’ folle, un po’ costruito in risposta al Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles ma che è stato presto dimenticato, tranne per la spettacolare copertina in 3D. Con Beggars Banquet si apre invece un lustro memorabile, con almeno 5 capolavori in fila, che segnano la storia del rock. Il disco si apre con uno dei brani più famosi di tutti i tempi, ma che lascio per ultimo nel racconto. Fu per gli Stones l’ultimo disco con Brian Jones (che morirà tragicamente l’anno successivo), e per anni si ricamò su una sua estromissione pratica dai brani, ma in verità nonostante la sua paranoia e la crescente disaffezione per la band, schiacciato nel connubio artistico tra Jagger e Richards, suonò in quasi tutti i brani. La band inizia a lavorare al disco ad inizio 1968, e della vena creativa che sentono ne è dimostrazione il singolo che lancerà il disco, Jumpin’ Jack Flash (che non appare in scaletta). Si sciorinano dolenti blues, la spettacolare No Expectations, una canzone country acustica che vira verso la parodia del genere stesso, Dear Doctor, che parla sfacciatamente di un mezzo ubriaco che si lamenta che la futura spossa è scappata con suo cugino Lou, Parachute Woman è l’ennesimo blues sbroccato di Jagger (Parachute Woman, Land on Me Tonight, ed è l’allusione più leggera), Jigsaw Puzzle è un altro capolavoro del disco, ritmata e calzante, con un testo narrativo in pieno stile Bob Dylan (che sarà spesso un a fonte indiretta per i Glimmer Twins). Altra canzone mito è Street Fighting Man, ispirato alle manifestazioni parigine del ‘68 e ai cortei anti guerra del Vietnam, ma rimane un po’ distaccato l’approccio alla questione. Diviene però evidente anche una virata “di musica sociale” del gruppo, in brani come Factory Girl, sulle donne operaie, e un bellissimo pezzo, Salt Of The Earth, dove è addirittura Keith Richards che canta, in una canzone omaggio alla classe operaia sale della terra con un crescendo meraviglioso e che chiude un disco storico e leggendario. Che deve parte della sua leggenda alla canzone che apre il disco: scritta da Mick Jagger e Keith Richards, in vacanza a Positano, fu ispirata al cantante dalla lettura di quel capolavoro assoluto che fu Il Maestro E Margherita di Michail Afanas'evič Bulgakov, che Marianne Faithfull, all’epoca sua fidanzata, gli aveva regalato. Quindi Jagger immagina che Lucifero, una persona facoltosa e di classe, si presenti e inizi a raccontare della sua grandezza. Tra le altre: Ed ero là quando Gesù Cristo ebbe il suo momento di dubbio e dolore, Mi assicurai che Pilato se ne lavasse le mani e suggellasse il suo destino (...) Guardavo con gioia mentre i vostri re e regine combattevano per dieci decenni per gli Dei che avevano creato (...) Vagavo per San Pietroburgo quando vidi che era tempo di cambiare, uccisi lo zar e i suoi ministri, intervallate dal quel beffardo “Pleased to meet you\Hope you guess my name\But what’s puzzling you\Is the nature of my game”. Ma oltre il testo, è la musica che è trascinante come poche: un ritmo samba rock che accompagna il canto veloce e sentito, che tra scoop che fecero scandalo (Ho urlato "Chi uccise i Kennedy?" quando dopo tutto siamo stati tu ed io, a poche settimane dell’assassino di Robert candidato alla Presidenza degli Stati Uniti), a frecciatina agli amici di Liverpool (E piazzai delle trappole per i cantastorie che rimasero uccisi prima di raggiungere Bombay, malizioso riferimento al viaggio spirituale in India dei Beatles). Il brano prendeva in giro le voci, all’epoca diffuse, sul satanismo degli Stones, e tra le sue caratteristiche leggendarie c’è il famoso coretto, che nel testo originale del brano è a volte “wooo wooo” a volte “Who? Who?” fu aggiunto all’ultimo momento da Jimmy Miller, il loro fido produttore, con le voce a supporto di Marianne Faithfull e Anita Pallenberg, la fidanzata di Richards. La canzone è diventata una leggenda ben oltre l’ambito musicale, basta ricordare come si presenta V di V per Vendetta: Lasciate che mi presenti, sono un uomo ricco... e di buon gusto!. Tutto sommato alla fine è stato meglio che censurarono un cesso piuttosto che tutta questa meraviglia.

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