1968, la prima volta dei Pink Floyd in Italia

di Alessio Bardelli

18 aprile 1968: una decina di giorni dopo l’annuncio ufficiale dell’uscita di Syd Barrett dal gruppo, i Pink Floyd sono in Italia per la prima volta per suonare nella capitale. La band inglese è attesa al Piper Club di Via Tagliamento il 18 e il 19 aprile (per due concerti al giorno).

In un locale storico, punta di lancio per artisti come Patty Pravo, Equipe 84 e moltissimi complessi beat degli anni ’60, i Pink Floyd faranno il loro debutto in Italia.

Ma cosa era arrivato in Italia della musica dei Pink Floyd fino alla primavera del 1968? Da noi venne pubblicato solo il primo singolo See Emily Play / Scarecrow del 1967, che vendette non molte copie, ed è oggi rimane una rarità tra i collezionisti.

Timida ma comunque presente la stampa italiana nel 1967: la rivista Ciao Amici nel settembre 1967 pubblicò un pezzo sulla band inglese dal titolo “Anche la musica come droga” firmato da Otis Pencill, in cui l’associazione “musica = droga” viene fatta forse con troppa leggerezza. Sempre in quel periodo su Big troviamo un pezzo di Armando Gallo dal titolo “Musica contro fiori” che descrive l’esperienza psichedelica della band e racconta della fantastica esperienza vissuta a Londra dall’autore dell’articolo, quando assistette ad un loro concerto all’Ufo Club.

Di Syd Barrett e dei suoi problemi che porteranno alla sua uscita dalla band non vi è traccia tra il pubblico italiano, a tal punto che molti pensano di aver assistito al concerto dei Pink Floyd con Syd Barrett.

I concerti romani dei Pink Floyd del 18 e 19 aprile saranno quattro, visto che suonarono sia di pomeriggio che di sera: intorno a queste esibizioni aleggiò negli anni a venire un alone di mistero, quando la band era ormai affermata e molti si chiedevano se erano davvero passati per Roma in quel 1968. Un’inserzione sul quotidiano romano Il Messaggero chiarì ogni dubbio: recava le date del 18 e 19 aprile, aggiungendo che avrebbero suonato per la prima volta in Italia.

Tanti i ricordi di quel concerto. Il giornalista Manuel Insolera di Ciao 2001 ben ricorda quel concerto al Piper e lo racconterà qualche anno dopo, nel 1974. «Mi ricordo bene quel pomeriggio: del gruppo conoscevo soltanto See Emily Play, e quando seppi che avrebbero suonato al Piper ci andai più per la curiosità di vedere un gruppo straniero che per altro. Ne uscìì sconvolto: quella musica, quelle luci… Il giorno dopo telefonavo concitatamente a una mia zia che abitava a Londra, implorandola di mandarmi immeditamente tutto quello che avesse potuto trovare in discoteca su quel gruppo assurdo».
Un altro reportage del 1975 pubblicato sula rivista nuovo sound di Eddie Ponti racconta: «Alberigo (Crocetta, fondatore del Piper ndr) ci portò i Pink Floyd. Arrivarono letteralmente a piedi scalzi e con i primi capelli afroamericani che si fossero visti in giro: non erano ancora arcifamosi […] e per la prima e anche ultima volta sentimmo , nel locale sentimmo strani ed esotici effluvi profumati e osservammo inconsuete nuvole di un azzurro intenso».
Anche Marco Sersale fu testimone del concerto pomeridiano del 18 aprile e lo racconta nel libro Pink Floyd Storie e segreti. «Si partì con gli incalzanti suoni intermittenti e spaziali di Astronomy Domine, l’aria era elettrica e carica di tensione. Il pubblico era tutto in piedi, immobile, come rapito, pietrificato, ipnotizzato, e direi conquistato». Ed è grazie a lui che abbiamo un’accurata descrizione della seconda serata: «Il volume era altissimo, ma nonostante tutto – caso insolito per il Piper – le voci si sentivano bene». E a fine serata i Pink Floyd si mescolano alla folla del locale senza passare dai camerini.

Possiamo dire dunque che in Italia nel 1968 erano una band ancora quasi sconosciuta in Italia: nonostante questo però, un anno fa, sull’account facebook ufficiale hanno condiviso questo ricordo.

Un occasione sprecata per molti romani? Difficile dirlo, anche se i Pink Floyd tornarono poche settimane dopo per il First International European Pop Festival che si svolse dal 4 al 7 maggio al Palazzo dello Sport di Roma. I Pink Floyd suonarono nella terza serata del 6 maggio insieme ai The Nice, ai The Move, e ai Giganti.

Il festival avrebbe dovuto tenersi inizialmente nel febbraio del 1968 (ed è per questo che alcuni parlano di una data italiana dei Pink Floyd di quel mese), ma venne spostato per motivi organizzativi nel mese di maggio. Come vedete dal cartellone qui sotto, comprendeva ottimi nomi italiani e internazionali, anche se l’ultima serata, pena la scarsa affluenza di pubblico, venne spostata al Piper Club.

Del concerto di maggio rimasero molti più documenti, tra bootleg, filmati (come quello che potete vedere qui sotto). La Tv Bavarese e la radio olandese VPRO si mobilitarono per registrare l’intero festival, e la BBC realizzò un documentario sull’evento, che era di portata europea.

C’è anche una testimonianza di un Waters, intervistato dalla VPRO, che era per il fatto che la band non avesse potuto usare le luci psichedeliche per le esigenze televisive.

Questa la scaletta dei Pink Floyd nella serata del 6 maggio:
1.Astronomy Domine
2.Pow R. Toc H.
3.Interstellar Overdrive
4.Set the control for the heart of the sun



*Per il ricordo dei primi concerti italiani vi consigliamo vivamente Pink Floyd. Storia e segreti, scritto dal collettivo di floydiani The Lunatics.

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