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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Glen Hansard – Between Two Shores (2018)

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di Claudio Lancia Aprire le date dei recenti tour dell’amico Eddie Vedder e condividere attivamente il palco con lui per lunghi tratti dello show è stata una vetrina che ha portato la notorietà di Glen Hansard ai massimi storici, più di quanto abbiano potuto fare in passato le esperienze di attore, di conduttore televisivo o il trionfo agli Oscar. Il cantautore irlandese deve ora tornare a dimostrare di saper brillare di luce propria: dopo l’avventura Frames e il progetto Swell Season, “Between Two Shores” rappresenta il terzo capitolo solista (senza dimenticare l’Ep “A Season On The Line”) che conferma al mondo grandi doti vocali e di songwriting. “Between Two Shores” è il disco “americano” di Glen Hansard, e non soltanto perché è stato in parte realizzato negli Stati Uniti, ma anche perché dal punto di vista musicale risulta il meno “Irish”, il meno aperto alle influenze tradizionali della terra natia, il meno folk. Sono invece gli arrangiamenti rigogliosi a caratterizzar

Neil Young

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First Aid Kit – Ruins (2018)

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di Nicola Guerra Esiste una linea sottile, quasi invisibile, che separa il bello dal brutto, l’ovvio dall’imprevedibile, lo stile dallo scempio. Nell’arte della musica, personalmente, ho sempre amato non chi ha cercato di tenersi alla larga da quel confine, ma chi ci ha danzato in equilibro, rischiando anche di caderci dentro, sperimentando e prendendosi dei rischi enormi. Volete un esempio? Ariel Pink è kitch all’inverosimile, eppure, non ha mai oltrepassato il limite della mediocrità. Come dire, sono tamarro, gioco col fuoco ma non mi scotto, perché ho bene in testa quello che deve venir fuori dalla mia musica. Poi ci sono gli artisti che stanno alla larga da quel baratro di confine, non per paura, ma perché la loro proposta musicale deve stare in certi standard. Oltrepassarli significherebbe non dare un prodotto puro, imbastardire un concetto, destabilizzare l’ascoltatore. Le due sorelline svedesi Soderbergh, giunte al quinto disco, fanno parte di questa categoria, indubbiam

Accadde oggi...

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1945: Nasce a Bristol, UK, Robert Wyatt-Ellidge, più noto come Robert Wyatt, batterista, cantante e compositore, membro fondatore dei Soft Machine, poi nei Matching Mole. 1985: Guidati da Quincy Jones, cinquanta grandi nomi della musica statunitense egistrano in uno studio di Hollywood il singolo benefico "We Are The World", la risposta da oltreoceano a "Do they know it's Christmas?" 2005: Muore NIcola James "Jim" Capaldi, il batterista dei Traffic. Era nato il 2 agosto del 1944 a Evesham, UK. 2009: Muore William Norris "Billy" Powell, tastierista dei Lynyrd Skynyrd. Era nato il 3 giugno del 1952 a Corpus Christi, Texas, USA. 2016: Muore Paul Kantner, cantante e uno dei membri fondatori dei Jefferson Airplane. Era nato a San Francisco, California, USA, il 17 marzo 1941. 2016: Muore Signe Toly Anderson, prima cantante dei Jefferson Airplane. Era nata a Seattle il 15 settembre del 1941. Fonte

Japan

I Japan si formano a Londra nel 1974 per opera dei fratelli Batt, Steve e David. Quest'ultimo cambia presto il suo nome in Sylvian, in onore del chitarrista delle New York Dolls, Sylvain Sylvain, mentre il primo diventa Steve Jansen. Il gruppo si muove inizialmente sulla scia di precise coordinate ideali: l'amore per l'oriente e la devozione verso i Roxy Music. Discografia e Wikipedia

Doolittle – Pixies

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L’illustratore Vaughan Oliver e il fotografo Simon Larbalestier ebbero il compito di tradurre in immagini i testi scabrosi e deliranti della band. Gli scatti che presentarono, 15 in tutto, furono accolti con favore perché trasmettevano un sentimento di fascinazione per la decadenza e la propensione al macabro.

R.E.M. - Automatic for the People (1992)

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C'erano in effetti molte riserve da parte dei fan storici della college rock band per eccellenza che aveva accompagnato il mondo indie da Athens, Georgia, fin lassù, in alta quota. Il passaggio dalla I.R.S. alla Warner non era iniziato male, Green aveva lasciato ben sperare, Buck, Stipe, Mills e Berry non sembravano dei venduti qualunque, pronti a metter su casa accanto ai divi di Hollywood. Ma Out of Time no, era stato un affronto. Va bene, sì, un mandolino in classifica, quello di Losing My Religion, non è che si vedesse spesso, ma per il resto no, non c'eravamo proprio. Estimatori dell'ultim'ora che mai avevano sentito parlare dei R.E.M. adesso stavano lì a sollazzarsi e disquisire. No, sembrava proprio finita. E allora eccolo, il capolavoro, solo un anno dopo. Di commerciale non c'è più niente, i testi sono intimisti e parlano di dolore, di perdita, di morte. Il suono è abbastanza spoglio, di impianto prevalentemente acustico, con archi e tastiere a impri

Radiohead - Kid A (2000)

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«Ieri mi sono svegliato succhiando un limone», canta Thom Yorke nel pezzo che apre l'album, su un tappeto di elettronica vintage (se una cosa del genere può esistere) e di voci filtrate. Dopo che Ok Computer li ha posti alla guida incontrastata di ciò che rimane della cultura rock, i Radiohead capiscono che tutto deve cambiare. Il gruppo delle tre chitarre deve diventare qualcos'altro. E tutto deve essere chiaro fin dall'inizio. Se Like A Rolling Stone apriva a calci (fuor di metafora, con un suono di batteria) le porte della percezione musicale e stilistica della generazione del cambiamento, quella del nuovo millennio ha bisogno di un suono meno netto, altrettanto sorprendente. Ecco allora questo tappeto fatto di balbettii e di accordi simili a quelli delle tastiere che avevamo in cameretta, da bambini. Ecco il progetto impossibile: Everything In Its Right Place «Tutto al suo giusto posto». E poi Optimistic «Ottimista», In Limbo «Nel limbo», categorie definitive come Th

Il blues selvaggio di Howlin’ Wolf

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di Gianni Lucini La voce che si arrampica sulle note Figlio di piantatori di cotone, impara a suonare blues da un grande vecchio come Charley Patton e alterna l’attività di musicista con quella di bracciante nelle zone rurali del Delta del Mississippi dove è nato. Alla fine della seconda guerra mondiale se ne va a cercar fortuna a Memphis dove lavora saltuariamente come disk jockey e suona quando può. I suoi più fedeli compagni d’avventura sono l’armonicista James Cotton, il pianista Ike Turner e l’altro armonicista Little Jr. Parker. È in questo periodo che prende forma il suo stile unico con la voce che si arrampica sulle note scolpendole e colorandole di suoni torbidi, aspri e selvaggi. Nel 1951 con How many more years e Moaning at midnight la sua vocalità accoppiata alla tecnica chitarristica di Willie Johnson definisce quelle che in seguito verranno considerate le regole fondamentali del dialogo tra canto e strumento nell’era elettronica. Una musica che vola fuori dal

Calexico – The Thread That Keeps Us (2018)

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di Giuliano Delli Paoli Registrato in una casa gigantesca nel nord della California costruita in legno con materiali recuperati da un cantiere navale, “The Thread That Keeps Us” è il nono album in studio degli storici Calexico, formazione guidata dal duo Convertino/Burns, e segue l’apprezzato “Edge Of The Sun” di tre anni fa. La casa, denominata Panoramic House, è stata ribattezzata dalla band come “nave fantasma”. Un luogo particolare, che esplica la politica dei Calexico, l’approccio artistico, umano e sociale che da sempre contraddistingue la loro musica. Nel corso degli anni, Convertino e Burns non sono stati fermi un attimo, e hanno sempre viaggiato, suonato, conosciuto persone nuove e collaborato con i musicisti più svariati. Il loro modo di intendere la vita è complementare e intrinsecamente legato alla musica, alla voglia di suonare ed esibirsi sempre, comunque e ovunque. A differenza dei lavori precedenti, stavolta i risvolti politici dei loro testi si nascondono diet

Carlos Santana

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Jamiroquai

Jay K (1969) e la sua band Jamiroquai si uniscono a Londra nei primi anni '90 e, dopo aver fatto registrare un piccolo hit con il singolo When You Gonna Learn? per la giovane etichetta Acid Jazz, ottengono un incredibile primo posto già con l'album di debutto Emergency on planet earth, disco d'esordio più venduto del 1993. Discografia e Wikipedia

Neil Young - After the Gold Rush (1970)

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Cosa scegliere? L'elettricità epilettica di Everybody Knows This is Nowhere o l'ingannevole tranquillità agreste di Harvest? L'elegia notturna di Tonight's the Night o le canzoni da spiaggia deturpata (dell'anima) di On the Beach? Naturalmente il consiglio è di prendere tutto: ma se si decide di portarne a casa solo uno, tra i dischi del periodo "classico" del canadese, allora che sia After the Goldrush. Perché è il più equilibrato (almeno fino a Rust Never Sleeps, che però divide le due anime del nostro - acustica ed elettrica - in due facciate distinte); perché testimonia un periodo cruciale e irripetibile dell'ispirazione e della vita di Neil Young (giusto a ridosso del tour di CSN&Y); perché arricchisce il suono spigoloso dei Crazy Horse (vedi Southern Man) con i ricami di pianoforte di un diciassettenne Nils Lofgren. Perché Young lo canta portando al massimo dell'espressività la sua vocalità limitata e sofferta (da dove esce quel filo

Strange Days - The Doors

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La copertina è stata realizzata dal fotografo Joel Brodsky sotto l’esplicita richiesta di Morrison di non mostrare alcun componente della band, lui in primis. Odio la copertina del nostro primo album, le nostre facce sono odiose ed inutili aveva detto durante un’intervista. Voleva che prima di tutto arrivasse la musica e non si strumentalizzasse il suo personaggio, vacca da mungere per lo show business. Venne scelto un vicolo tra Lexington Avenue e la Terza Avenue della 36esima Strada a Manhattan. Le comparse scelte richiamavano un immaginario freak popolato da personaggi grotteschi di matrice felliniana perché forte era stata l’influenza di film come La Strada o Il settimo sigillo di Ingmar Bergman.

John Mellencamp - The Lonesome Jubilee (1987)

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Dopo anni passati a rincorrere un effimero successo, fra produzioni pacchiane e magniloquenti e cambi di pseudonimo, era prevedibile che prima o poi John Mellencamp, non a caso soprannominato "Piccolo Bastardo", ne avrebbe avuto le palle piene e avrebbe finalmente deciso di fare di testa sua. Così, dopo tre ottimi dischi di blue collar rock della migliore specie e complice un produttore finalmente lungimirante come Don Gehman, Mellencamp ha l'intuizione geniale che avrebbe cambiato la propria carriera e aperto la strada ad una scena di impronta puramente roots: al suono classico ed elettrico delle chitarre e della sezione ritmica aggiunge un turbinio di strumenti "tradizionali" come violino, fisarmonica e banjo. Il risultato è una festa di suoni, un disco seminale che getta le basi del roots-rock che sarebbe venuto di lì in poi. Ma gran parte del merito di Mellencamp e della forza del disco sta nella grandezza delle canzoni, potenti ed al contempo gioiose e

The Doors - The Doors (1967)

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La popolarità dei Doors è legata indiscutibilmente al mito di Jim Morrison, il cantante morto nel '71 a Parigi e sepolto nel cimitero di Pere Lachaise. Ma la grandezza della band risiede nel fulminante esordio del '67, uno dei più importanti e carismatici della storia del rock. Frutto dell'unione tra due studenti della Ucla (Morrison e il tastierista Ray Manzarek) con due componenti degli Psychedelic Rangers (il batterista John Desmore e il chitarrista Robbie Krieger), senza bassista (sostituito da un basso a tastiera), i Doors affiancano al fascino delle liriche spregiudicate ed influenzate dai classici del cantante (dotato di una voce profonda e di un carisma sciamanico) una musica morbidamente psichedelica, guidata dalle tastiere di Manzarek e dalla chitarra bluesata di Krieger, entrambi capaci di comporre e di improvvisare. La sequenza dell'esordio è da paura: il rock energico di Break On Through e di Soul Kitchen, la melanconica The Crystal Ship, il rock melodic

Talking Heads, Guida per principianti

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I Talking Heads si formano a New York nel 1974, quando i membri fondatori del gruppo—David Byrne, Chris Frantz, Tina Weymouth e Jerry Harrison—si incontrano alla Rhode Island School of Design. In quel periodo la Grande Mela sta attraversando un periodo molto florido dal punto di vista artistico: sono gli anni delle avanguardie pop spinte da Andy Warhol, e della scena underground musicale più ricca degli Stati Uniti. In questo panorama eclettico e creativo, i Talking Heads si impongono nel circuito dei giovani gruppi della città come una delle band più promettenti. Il loro suono è fresco, diretto, ma allo stesso tempo curato. Dopo tre anni di gavetta, nel 1977 esce il loro primo album, Talking Heads: 77, a cui fa seguito un tour del paese al seguito dei Ramones, altra grande band newyorkese di quegli anni. L’album contiene uno dei brani più famosi della band: Psycho Killer. L’esordio attira l’attenzione del produttore Brian Eno, divenuto poi celebre grazie ai lavori reali

Joe Henderson

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Radiohead - OK Computer (1997)

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Il successo di The Bends (1995) garantisce ai Radiohead, da Oxford, libertà creativa completa. La mettono a frutto richiamando come produttore Nigel Godrich, che diventerà una sorta di sesto componente del gruppo, trasferendosi in campagna e realizzando cosi, nella casa cinquecentesca dell'attrice Jane Seymour, un album che fa Storia, qualunque cosa questo significhi, e che tutti citano quando si parla di nuovi classici, punti di svolta, pietre miliari. Sarà scritto: «Vuoi sapere com'era il mondo alla fine del secondo Millennio ? Ascolta le tracce dal sei all'otto di OK Computer. Non hai tempo ? Allora solo la numero sette». Il che ci fa piombare direttamente dentro alla questione, nel cuore del problema. Perché la traccia numero sette si chiama Fitter Happier, sul cd il titolo è scritto in piccolo, aggiunto come un ripensamento dell'ultimo momento. Non solo: la canta - se cosi si può dire — un computer. Anzi, ilxnuovo programmino della Apple che «legge» i testi ad a

Etta James

Jamesetta Hawkins (1938 - 2012) figlia illegittima di una ragazza nera e di un italiano, per qualche anno vive con genitori adottivi a Los Angeles. Inizia a cantare in chiesa e viene presto notata per la sua potenza vocale e la capacità di effettuare veri e propri show, anche a beneficio dei bianchi che assistono alle funzioni religiose. Discografia e wikipedia

The Smashing Pumpkins - Mellon Collie And The Infinite Sadness (1995)

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Billy Corgan ha superato il presunto blocco creativo che l'ha colpito ai tempi di Siamese Dream (1993): di ritorno dal tour che segue quell'album, si presenta in studio con cinquantasei tracce, L'idea, racconterà poi, è mettere insieme «il The Wall della generazione X», una di quelle frasi che lo rendono indigeribile alla comunità grunge: è almeno dai tempi in cui Johnny Rotten andava in giro con la maglietta «I hate Pink Floyd» che citare la band di Roger Waters è da sfigati. Ma Billy Corgan è uno sfigato, un nerd, se si preferisce. Da nerd, questa volta fa le cose per bene, e riesce anche a coinvolgere la band, in una certa misura. Lavorano per loro due studi in contemporanea: in uno, Corgan mette a punto arrangiamenti e parti vocali; nell'altro, James Iha registra le chitarre con la bassista D'arcy Wretzky e il batterista Jimmy Chamberlin. Alla fine, le canzoni pronte sono cinquantasette. «Abbiamo lavorato come se questo fosse il nostro ultimo album», commente

Accadde oggi...

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1941: Nasce a Staten Island, New York, USA, Joan Baez, cantante folk. 1944: Nasce a Heston, UK, James Patrick Page, meglio noto come Jimmy Page, chitarrista degli Yardbirds, poi dei Led Zeppelin. 1950: Nasce a Staten Island, New York, USA, David Johansen, cantante dei New York Dolls, poi solista con lo pseudonimo di Buster Poindexter. 2013: Muore Karl Potter, percussionista. Era nato a Teaneck, New Jersey, USA, il 16 luglio 1950. Fonte

Sex Pistols - Never Mind The Bollocks

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Pubblicato dalla Virgin Records il 28 ottobre del 1977 è ancora oggi considerato il manifesto della filosofia punk. La grafica fu opera di Jamie Reid, artista inglese anarchico che ebbe il merito di costruire e portare alla ribalta l’immagine nichilista dei Pistols. Lo stile ruvido e “rumoroso” della band si tradusse in un’estetica senza compromessi con un album privo di fotografie del gruppo. Unico elemento un lettering ritagliato su sfondo giallo con la parola bollocks (testicoli) che creò seri problemi ai distributori del disco. Sempre meglio del singolo God Save The Queen dove svastiche e spille da balia ricoprivano l’immagine ufficiale della regina.

Jeff Buckley - Grace (1994)

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La Generazione X, quella dell'omonimo romanzo di Douglas Coupland ma anche quella del grunge, ha due santi protettori, ascesi al cielo giovani e belli, a pochi anni di distanza: uno è naturalmente Kurt Cobain (1967-1994), l'altro è Jeff Buckley, nato nel 1966, che morirà annegato nel 1997 durante le registrazioni del suo secondo album in studio. Il primo disco, Grace, esce nel 1994, quando Jeff è a suo modo già quasi un veterano: ha suonato molto dal vivo nei locali di New York, ha fatto anche parte di una band, Gods and Monsters, ha cantato qualche pezzo al concerto in onore di suo padre, sorprendendp tutti per la bellezza della voce e la qualità delle interpretazioni. E il figlio di Tim Buckley, cantautore e vocalist morto per droga nel 1975, quando Jeff ha solo nove anni. Può dire di averlo visto una sola volta, l'anno prima, ma qualcosa deve essergli rimasto dentro, se sceglie di recuperare anche ufficialmente il cognome del padre biologico, e se fin da ragazzo a tut

I vecchi Cowboy Junkies #9/9

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One (Early 21st century blues, 2005) Le cover di “One” degli U2 sono ormai infinite. Ma c’è da dire che i Cowboy Junkies sanno cowboyjunkizzare qualsiasi cosa, col trucco di tenere a bada la voce di Margo Timmins dall’inizio alla fine – appena un tono in più dopo tre minuti e mezzo – senza indulgere in nessuna tentazione di andar dietro al ricordo dell’originale.

Accade oggi...

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1937: Nasce ad Asti Paolo Conte, cantautore. 1946: Nasce a Cambridge, UK, Roger Keith "Syd Barrett", membro fondatore dei Pink Floyd. Morirà il 7 luglio 2006. 1993: Muore John Birks "Dizzy" Gillespie, trombettista e pianista jazz. Era nato a Cheraw, South Carolina, USA, il 21 ottobre 2017. 2009: Muore Ronald Franklin "Ron" Asheton, chitarrista e co-autore negli Stooges. Era nato a Washington, D.C., USA, il 17 luglio 1948. Fonte

Accadde oggi...

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1942: Nasce a Doncaster, UK, John McLaughlin, chitarrista non solo jazz; dopo aver suonato con Miles Davis fonda la Mahavishnu Orchestra. 1956: Nasce a Manchester, UK, Bernard Sumner, chitarrista dei Joy Division e poi dei New Order e negli Happy Mondays. 1960: Nasce a Decatur, Georgia, USA, Michael Stipe, cantante dei R.E.M. poi solista. 2015: Muore Giuseppe "Pino" Daniele, cantautore. Era nato a Napoli il 19 marzo 1955. Fonte

Jeff Buckley, Guida per principianti

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La sua vita, ancor prima di nascere, è stata contraddistinta da un destino negativo. Conclusasi con un triste epilogo. Nel mezzo, Jeff ha avuto solo il tempo di pubblicare un album, Grace, riuscendo però a diventare una delle voci più significative degli anni ’90. Jeffrey Scott Moorhead è nato a Orange County nel 1966. Suo padre, Tim Buckley, è stato uno dei più grandi compositori della storia del folk, ma dopo la pubblicazione del suo primo album, si separa dalla moglie e lascia il figlio appena nato. Tim muore qualche mese dopo, neanche a 30 anni per un overdose. Tim è sempre stato una figura complessa, cupa, fragile, e lo stesso spirito sembra essere stato trasmesso a Jeff. Il ragazzo, una volta 17enne, decide di seguire le orme del padre e mette su il suo primo gruppo, a Los Angeles. Dopo altre esperienze di gruppo non riuscitissime, inizia a suonare da solo, entrando nel circuito del Greenwich Village di New York. Durante un festival dedicato al padre, Jeff suona una

Accadde oggi...

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1945: Nasce a Dallas, Texas, USA, Stephen Stills, cantante e chitarrista prima nei Buffalo Springfield, poi in Crosby Stills & Nash (& Young), poi nei Manassas e solista. 1946: Nasce a Sidcup, UK, John Richard Baldwin, più noto come John Paul Jones, bassista dei Led Zeppelin. 1987: Aretha Franklin è la prima donna ad essere inclusa nella Rock and Roll Hall of Fame. Quell'anno con lei vengono eletti anche i Coasters, Eddie Cochran, Bo Diddley, Marvin Gaye, Bill Haley, Clyde McPhatter, Ricky Nelson, Roy Orbison, Carl Perkins, Smokey Robinson e Jackie Wilson. Fonte

The Velvet Underground

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Lisa Law - The Velvet Underground, Los Angeles, CA 1966 The Velvet Underground at The Trip in LA,CA, backed by a light show done by Andy Warhol where he used screen tests he had done at the Factory.

E T I C H E T T E

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