The Velvet Underground - The Velvet Underground and Nico (1967)

Alla metà degli anni '60, mentre nella West Coast fermentava la Summer of Love e il flower power, nei cafè "underground" del Lower East Side della grande mela nascevano i Velvet Underground. Nessuno se ne accorse a parte Andy Warhol, il guru della pop art, che lì tirò fuori dall'anonimato inserendoli nei suoi spettacoli totali. Una storia affascinante quella dei Velvet, che con l'ausilio della voce glaciale di Nico debuttarono con VU & Nico cambiando per sempre la percezione di fare musica, con quel blend di folk acido elettrico composto da Sterling Morrison, Lou Reed (alle chitarre), Moe Tucker (e il suo drumming ossessivo e tribale) e John Cale (viola). Un debutto folgorante con suoni ed atmosfere che si ripercuoteranno per sempre nel rock a venire, dal punk al glam, dalla new wave al Detroit sound, che aveva ben poco a vedere con il pop e il rock dell'epoca e con testi che inneggiavano alla diversità sessuale e alla tossicodipendenza. Registrato in soli due giorni, contiene capolavori come il poema di strada Waiting For My Man (un r'n r scarno e ripetitivo), l'ipnotica Venus in Furs (ispirato al romanzo Venere in Pelliccia), la riverberata Sunday Morning (con quell'inimitabile suono di carrillon), la serenata I'll Be Your Mirror (dedica di Lou alla bellezza statuaria di Nico), il delirio psichedelico di Heroin fino al caos di Black Angel's Death Song. Forse il disco più influente della storia del rock, nessuno all'epoca lo comprò (solo 100 copie) e i pochi che lo fecero, divennero o musicisti o critici musicali (come disse Brian Eno). 
(Emilio Mera)

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