His Clancyness – Isolation Culture (2016)

di Claudio Lancia

Jonathan Clancy si sta affermando come uno dei più illuminati protagonisti della nuova generazione indipendente italiana. Canadese di nascita, è vero - matrice che conferisce un’aura di internazionalità alle sue proposte - ma ormai considerabile a tutti gli effetti bolognese d’adozione. Dopo aver smosso le acque con A Classic Education e Settlefish, Jonathan realizza il secondo capitolo del progetto His Clancyness, migliorando ulteriormente il buon risultato conseguito con l’apprezzato esordio del 2013 “Vicious”.

In “Isolation Culture” decide di muoversi spesso sottotraccia, scegliendo in “Uranium” percorsi stranianti adagiati su densi tappeti motorik, vicini ai Wilco di “Spiders (Kidsmoke)”, ma privati delle fragorose esplosioni elettriche fornite dalla premiata ditta Tweedy & Cline.
Le sue composizioni si stagliano in maniera apparentemente discreta, si presentano volontariamente ingannevoli, poi ecco che arrivano i colpi a sorpresa, le trovate inaspettate, come la chitarra acustica in apertura di “Watch Me Fall”, come il controtempo che spezza in due la morbida ballad da mattonella “Dreams Building Dreams”, come le due brevi suggestioni disegnate da “Isolate Me” e “Cuuulture”, tutt’altro che anonimi bozzetti incompiuti. Continua a leggere...

Commenti

E T I C H E T T E

Mostra di più