David Bowie - The Rise And Fall Ziggy Stardust And The Spiders From Mars (1972)

Gli elementi che portano alla nascita di Ziggy Stardust arrivano uno alla volta. L'incontro con il chitarrista Mick Ronson (1970) è un punto di svolta. Un altro è quello con il nuovo manager, Tony DeFries (1970), che inizia a venderlo (alla casa discografica, ma non solo) come una star prima ancora che lui possa davvero sperare di esserlo. Poi la messa a frutto degli insegnamenti di Andy Warhol, del suo culto per la superficie, e di Lindsay Kemp, del suo gusto per il travestimento camp. Già nel 1968, David Jones, che ora si fa chiamare Bowie, scrive 35 minuti di canzoni sulla storia gloriosa e tragica di una rockstar che finisce per suicidarsi in pubblico. Scompaiono, per riapparire trent'anni dopo, inediti, venduti all'asta. L'anno dopo, ha un certo successo con Space Oddity, la storia dell'astronauta che si perde nello spazio. Tutto è pronto per raccontare la storia della rockstar che venne da Marte per salvarci dalla banalità, venne amato, idolatrato e infine distrutto dai suoi stessi seguaci. La musica è pronta, basata sulla chitarra metallica e appiccicosa di Ronson e sui coretti insidiosi di Bowie, e soprattutto è pronto Ziggy, con le sue zeppe, il suo pansessualismo, i capelli colorati da teatro giapponese, quell'aria decadente che la fa finita con i sogni di Pace e Amore tipici degli anni Sessanta. Uno cosí può venire solo da Marte, o dal glam rock britannico, che trova in questo modo un'apoteosi spettacolare e un rappresentante perfetto. Facendo la rockstar, interpretandola sull'album e soprattutto dal vivo, Bowie lo diventa per davvero, ed entra tra i protagonisti della scena rock'n'roll mondiale. L'identificazione tra lui e il personaggio da lui creato, immaginato, è totale, naturale eppure studiata con cura. Poco prima che esca l'album lui dice al «Melody Maker» («Con una leggera ironia, un sorriso segreto agli angoli della bocca», annota il giornalista): «Sí, sono gay, lo sono sempre stato, anche quando ero David Jones». E queste parole, liberatorie (per lui, ma piú ancora per chi lo ascolta), astute e addirittura ciniche, daranno ancora piú credibilità al personaggio e alla sua storia. In quegli stessi giorni, rivoluziona l'album che ha già registrato inserendo tre nuovi pezzi (Starman, il primo singolo, Suffragette City e Rock'n'Roll Suicide): uno alla volta, i tasselli vanno al posto giusto, Ziggy può conquistare il pianeta. (Mia valutazione: Distinto)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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