Creedence Clearwater Revival - Cosmo's Factory (1970)

I Creedence, o CCR, sono rock'n'roll allo stato puro. Due chitarre, un basso, una batteria. Un leader e tre comprimari, una fiammata di pochi anni e il resto della vita a tentare inutilmente di rivivere l'epoca d'oro. Nell'estate del '70, quando esce Cosmo 's Factory, hanno pubblicato quattro album in due anni. Ne pubblicheranno ancora uno prima che si concluda il 1970, poi se ne andrà Tom Fogerty e tutto sarà finito. A dimostrare che la band funziona finché segue senza discutere ogni idea di John Fogerty, il fratello minore di Tom, e che sarebbe bastata una piccola crepa per far crollare tutto. Per Cosmo's Factory John impone prove quotidiane e lunghe sessioni nel magazzino di Berkeley, California: il batterista Doug Clifford, che tutti chiamano Cosmo, si lamenta spesso dicendo di sentirsi come in fabbrica («factory»). Da qui il titolo dell'album che, d'altra parte, rimane nella storia come il disco dei CCR per eccellenza. «E non è un greatest hits, anche se lo sembra», si scriverà un giorno sui siti Internet dei fan. Capace, a suo tempo, di finire — nelle ancora «segregate» classifiche di vendita americane — alla soglia della Top Ten della hit parade del rhythm and blues, la musica dei neri. Un po' black, d'altra parte, il gruppo ha sempre finto di essere, cosí come sudista: nella ricerca di un linguaggio proprio, e contemporaneo, Fogerty ama riferirsi a New Orleans e al Sud degli Usa. Lo mette nelle canzoni, ne imita il suono. In Cosmo 's Factory è esplicito l'omaggio a Bo Diddley detto The Originator, uno dei padri del rock'n'roll: i CCR riprendono la sua Before You Accuse Me, e pure I Heard It Through The Grapevine che Marvin Gaye un paio d'anni prima aveva portato in testa alle classifiche. L'album è assolutamente compatto, cover e brani originali si amalgamano alla perfezione: con Run Through The Jungle, Fogerty racconta la pericolosa fascinazione americana per le armi da fuoco in termini che oggi sembrano profetici; Who'll Stop The Rain si domanda fino a quando la guerra entrerà — sotto forma di notizia da telegiornale — nelle case degli americani (la risposta ora la sappiamo: per sempre). La forza dei CCR è che i temi di questo genere, cosí come la cultura di cui fanno sfoggio le canzoni, le innovazioni di linguaggio, sono coperte da una patina pop che pare banale e inoffensiva. Bel tipo, John Fogerty. «Il Papa del rock'n'roll» lo chiamerà un giorno Bruce Springsteen. (Mia valutazione: Ottimo)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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