Baaba Maal - The Traveller (2016)

di Michele Corrado

Genere: mbalax, world music, pop-rock.

Protagonisti: Baaba Maal (composizione, arrangiamenti, voce e chitarra) accompagnato da un ensemble all star di musicisti africani, ma hanno fatto capolino in studio il poeta inglese Lemm Sissay a prestare qualche verso e niente po' po' di meno che i fratelli Mumford.

Segni particolari: i Mumford And Sons sono soltanto però le ultime star del panorama musicale rock, indipendente e non, ad aver collaborato con Baaba Maal. Questo straordinario interprete della musica tradizionale senegalese vanta infatti al palmares incontri musicali con signori come Brian Eno, Tony Allen e Peter Gabriel, oltre ad aver fondato con Damon Albarn l’interessante progetto Africa Express. Queste collaborazioni sono probabilmente il trait d’union, il motivo dell’interesse da parte di una rivista come la nostra e di tante altre per Maal, ma è la sua proposta musicale, rilevante anche socialmente come del resto lo sono quelle di colleghi come Youssou N’Dour e Toumani Diabatè, ad averlo portato alla fama internazionale e a suscitare l’interesse di tutti gli artisti citati sopra. 'The Traveller', sequel di 'Television' del 2009, è infatti il quindicesimo album della sua carriera iniziata nei primi anni '80.

Ingredienti: il centro della musica di Baaba Maal è sempre lo mbalax, un’ipnotica miscela di groove, guidati da strumenti a percussione tradizionali come il sabar e lo djembe, e cori indigeni originaria del Senegal. Lo mbalax di Maal è però ormai addomesticato da strutturazioni pop e arricchito da soluzioni di studio e arrangiamenti moderni che lo rendono appetibile a platee versatilissime, alcuni brani non sfigurerebbero infatti in una ipotetica colonna sonora di un nuovo capitolo del Re Leone ('Lampenda').

Densità di qualità: la bellissima copertina di Matt Manley, raffigurante Baaba in pose estatiche circondato da acque cristalline e uccelli migratori, ribadisce la viscerale unione tra questo cantante e la natura del suo continente, unione prontamente dall’opening 'Fulani Rock', un raga evocativo e fortemente ritmato. Brani del genere, delle volte piuttosto ordinari come 'Kalajo', sono la spina dorsale di 'The Traveller', ma è quando la sua musica incrocia altri generi che impressiona e sorprende con soluzioni suggestive e inaspettate (il flauto che lega 'War' e 'Peace', la chitarra bluseggiante di 'Gilli Men)'. Anche 'Jam Jam' parte blues, ma poi si evolve in uno sfrenato turbine di pesanti ritmiche afro ed elettroniche, la trance è assicurata. La title-track è invece un perfetto ordigno pop che, quando spiega il suo ritornello solare, ben esprime la sensazione di stupore che gli occhi di uno straniero provano durante un viaggio. In un disco di Baaba Maal, stiamo parlando di un artista che ha suonato per Mandela, non poteva mancare un momento immerso in tematiche politiche, ecco dunque, a chiuderlo, il suggestivo dittico spoken words di 'War' e 'Peace', il primo accompagnato da percussioni tumultuose e il secondo da eterei arpeggi di chitarre acustiche e altri strumenti a corde.

Velocità: 9 brani in 41 minuti.

Il testo: le canzoni di 'The Traveller' sono in dialetto Pulaar, trascriverle sarebbe stato azzardato, ma per chi fosse interessato sul web ne sono reperibili traduzioni in inglese.

La dichiarazione: "Durante la mia carriera ho viaggiato tantissimo, ho conosciuto tantissima gente, importante e comune, ma dentro di me sono sempre Baaba di Podor". (Mia valutazione: Ottimo)

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