Van Morrison - Hard Nose the Highway (1973)

di Silvano Bottaro

"Chiudi la porta, abbassa le luci e rilassati", dice un verso di questo disco e questo è il programma di tutta l'opera. L'atmosfera, oltre ad essere rilassata, è malinconca ed autunnale. Torna nell'organico Jeff Labes che cura parte degli arrangiamenti e trova spazio in eleganti assoli di piano. Van disponeva all'epoca di un gran numero di composizioni, tanto da pensare di rilasciare un doppio LP. In realtà nessuna di esse era un capolavoro assoluto, e alla fine non soltanto ci sarà un singolo LP, ma ci saranno due composizioni non sue a cui, evidentemente, Van doveva essere affezionato. Come accade in tutti gli album di Van Morrison gli arrangiamenti non sono mai sovraccarichi, anche qui se vi sono tantissimi accompagnatori. Nella iniziale "Snow in San Anselmo" c'è addirittura un coro sinfonico a dare un effetto inatteso ed affascinante. Nella finale "Purple Heater" c'è un nutrito accompagnamento d'archi che ricrea l'atmosfera di Astral Weeks. Gli stessi archi, uniti ai fiati, danno l'impressione di una orchestra jazz nella spiritosa "Bein' Green", ripresa dal progamma televisivo dei Muppets. "The Great Deception" accusa di ipocrisia John Lennon e Sly Stone. "Autumn Song" è il rovescio della medaglia di "Listen to the Lion". Qui si decantano le piccole gioie della quiete domestica.
Anche se non contiene canzoni di spicco, questo album si fa apprezzare per gli accompagnamenti e le esecuzioni convincenti e riesce appieno nel suo scopo di creare un'atmosfera raccolta e rilassata. Scott Thomas sostiene che la produzione di quest'album sia flaccida. Non posso dire dell'originale, in quanto io possiedo la versione rimasterizzata, che mi sembra fantastica. 

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