Mount Eerie - Sauna (2015)

di Gianluca Marian

Parlare di Phil Elverum è come parlare del Papa, la sua musica è diventata talmente personale che è impossibile sbagliarsi durante l’ascolto di uno dei suoi dischi: disco dopo disco, è giunto ad essere uno dei cantautori americani più importanti della sua generazione. Le alte vette raggiunte con The Glow Pt.2 e Mount Eerie, quando era sotto il moniker The Microphones, sono un bel ricordo ormai cronologicamente distante. Il cambio di nome, avvenuto proprio successivamente a Mount Eerie, molto probabilmente, è stato un sintomo di rinascita artistica. Elverum doveva distaccarsi dal successo che aveva ottenuto, consapevole di non poter mai più raggiungere quei picchi.
Il progetto Mount Eerie nasce dunque sotto quest’ala di timore ma, per sua fortuna, non si è ridotto ad una semplice comparsa nel panorama musicale, mantenendosi anzi a livelli alti, elevando Phil a maestro nell’utilizzo di droni in ambienti lo-fi.

Sauna è una liturgia di debolezze e paure composta da sintetizzatori mastodontici, funerei e cherubini allo stesso tempo. La violenza tellurica dei precedenti dischi Wind’s Poem e Ocean Roar, sembra totalmente levigata e si percepisce nella traccia: Boat, e in altri pochi sprazzi isolati. Rimane viva quell’ambientazione sospesa nel vuoto, viva ma mai tonante, in Clear Moon; molto meno fugaci del solito, invece, sono quei suoni e strutture che lo hanno reso celebre come The Microphones.
Per la prima volta, sotto lo pseudonimo Mount Eerie, realizza due suite poste al principio e alla fine del disco, l’ampio minutaggio aiuta il senso di apatia e di ansia, risultando dopo alcuni ascolti due tra le tracce più riuscite. Come in ogni suo album c’è spazio per lo sfogo di sperimentazioni che non intaccano la continuità del disco: (something) è un mantra psichedelico a xilophono, Books è un lungo assolo free, tra un piano e un non definito strumento a corde pizzicato, con un outro che ritorna nei canoni sentiti in precedenza.

Il lavoro da mestierante si sente e, sebbene non si parli più di capolavoro da tempo immemore, la qualità dei suoni e della musica rimane sempre elevata. Le poche sperimentazioni non si allontanano molto dal fulcro concettuale dell’opera e dall’essenza dell’artista stesso. L’aver raggiunto un proprio sound ben riconoscibile può però diventare il punto debole di Mount Eerie, “riducendo” Sauna a uno dei suoi “tanti bei dischi”, già dopo pochi ascolti. Possiamo dire in definitiva che Sauna non regala niente di più e niente di meno rispetto alla già fruttuosa carriera del musicista americano. (3,5/5 voto mio)

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