Horse Feathers - So It Is With Us (2014)

di Lorenzo Righetto

Nel 2012, al termine del tour promozionale del meno fortunato “Cynic’s New Year”, Justin Ringle passa mesi senza toccare una chitarra: “Il periodo più lungo negli ultimi quindici anni”. Cominciano a circolare voci di uno scioglimento della band. E invece il periodo di stop riaccende l’ispirazione di Pringle, che non solo riprende a scrivere, ma compone un ritorno all’altezza dei migliori lavori degli Horse Feathers, imprimendogli una nota positiva, pop ancora più netta che in passato.

Ne esce così un “So It Is With Us” che, come suggerisce l’artwork della copertina, rappresenta un ritrovato dinamismo nella musica della band, che rimane floreale e vivaldiana - ma, se prima le stagioni avvicendate sono andate dall’autunno alla primavera, passando per l’inverno, adesso è finalmente l’estate a fare capolino, in un tripudio di accordi in maggiore e di arrangiamenti pieni e coinvolgenti (non a caso, visto che vengono citati i Pentangle nella loro presentazione del disco).
Anche la scrittura di Ringle si scopre in splendida forma, facendosi più versatile (gli accenti soul di “Why Do I Try”) e suggestiva (la bella, volteggiante “Dead End Thanks”), senza trascurare la sua consueta, notevole sensibilità melodica (manco a dirlo, “Small Melody”).

Gli Horse Feathers acquisiscono una delle caratteristiche in cui forse erano più carenti, il “tiro”, come testimonia il singolo di lancio “Violently Wild”, una vera dichiarazione di rinascita che apre “So It Is With Us”. Se proprio bisogna finire, sicuramente meglio finire in bellezza. (voto mio 3,5/5)

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