Leonard Cohen - Songs Of Leonard Cohen (1968)

Leonard Cohen a 33 anni suonati, (uno dei più tardivi della storia del rock dopo essersi affermato come poeta e scrittore) non ebbe grande risonanza di pubblico (ma l'ebbe in seguito come long seller) all'epoca della sua uscita, quando la summer of love e le idee rivoluzionare contrastavano con la tristezza, la malinconia, la drammaticità delle dieci composizioni contenute in Songs Of Leonard Cohen. Atmosfere raccolte e intime, figlie della tradizione francese di Jaques Brel e George Brassens (Cohen viene dalla francofona Montreal) costruite su pochi accordi, arrangiamenti ridotti all'osso e la voce da tanti definita monotona e poco duttile, ma capace di aprire, a chi la ascolta, le porte del paradiso. Song of è ancora oggi un album che mantiene inalterata tutta la sua profonda magia quasi ipnotica, un'alchimia che resiste anche ai giorni nostri come un affresco di profondo lirismo, di rinascita e speranza, che fanno piangere ed emozionare. Si rimane ancora senza parole ascoltando la sublime Suzanne, ormai diventata uno standard con quel coro femminile capace di suscitare brividi alla schiena, la malinconia affranta di Master Song, la soffusa Winter Lady senza dimenticare la classica lullaby Sister Of Mercy con quel crescendo senza tempo o il capolavoro di So Long Marianne, con quella fisarmonica dal sapore vagamente tex-mex, la struggente Hey, That's No way To Say Goodbye fino alle apocalittiche ballate Teachers e One Of Us Cannot Be Wrong, con quell'accordo di chitarra e quel fischiettio che suona tanto "stonato" quanto senza tempo. Quando la musica diventa poesia per il cuore.  (Mia valutazione:  Buono)

(Emilio Mera)

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